Problems and Purpose
La Riforma dello Statuto è stata promossa in particolare dall’Alto-Adige guidato storicamente dal Partito Popolare del Sud Tirolo (SVP, Südtiroler Volkspartei) ma interessa di conseguenza anche il Trentino. La revisione è dovuta ad esigenze di aggiornamento (l’ultima riforma risale al 1972) e di opportunità, visto l’avviata fase di riforma costituzionale nazionale “Renzi-Boschi”. Sebbene quest’ultima sia stata bloccata dal Referendum costituzionale confermativo del 4 dicembre 2016 in cui il 60% dei cittadini si è espresso contro la manovra, il processo di riforma trentino-altoatesino non si è arrestato. La tempistica della riforma nazionale precedeva quella statutaria speciale e ne garantiva la salvaguardia, cioé la non applicabilità delle riforme in corso, relative all’assetto delle autonomie regionali, a quelle delle autonomie speciali fino alla fine della revisione degli statuti trentino e altoatesino, d’intesa con i rispettivi organi.
Già dal dopoguerra l’Alto Adige e il Trentino godono di maggiore autonomia rispetto alle altre province italiane, sia relativamente alle regole di convivenza che in materia di gestione fiscale. Con la fine della guerra fredda e l’integrazione europea ci sono stati molti cambiamenti. Le Regioni del Sud Tirolo (Alto Adige) e Trentino si sono avvicinate a quelle austriache del Tirolo e del Voralberg ed hanno creato una Euroregione; la presenza di personale militare italiano è diminuita e la maggioranza tedesca ne ha beneficiato; le spinte indipendentistiche non si sono attenuate ma sono state integrate nel confronto democratico; la comunità ladina è leggermente cresciuta e ha rinforzato le sue prerogative civili e la sua identità; la presenza straniera comunitaria ed extracomunitaria è cresciuta notevolmente; le tensioni tra comunità linguistiche si sono attenuate, tuttavia le rivalità permangono e il livello istituzionale ha deciso di far ricorso ad un importante impegno sul fronte del dialogo prima di procedere ad un aggiornamento dello Statuto.
Noi, i partner di coalizione per il Governo provinciale (di Bolzano) della Legislatura 2013-2018, assieme vogliamo condurre la nostra provincia verso un futuro sicuro. Siamo consapevoli che la questione del “cosa fare” per raggiungere l’obiettivo non possa trovare una risposta esaustiva nella visuale attuale, mentre invece possiamo già individuare il “come”. Di conseguenza intendiamo impegnarci in piena apertura e massima disponibilità a cooperare con le diverse forze politiche, con le istituzioni e con i rappresentanti degli interessi pubblici. Vogliamo che i cittadini e le cittadine dell’Alto Adige partecipino ai processi decisionali importanti per il nostro territorio al fine di poter affrontare nel miglior modo possibile le sfide che lo attendono (Accordo, 2013, p. 3).
I nostri concittadini e le nostre concittadine – in quanto società, con tutte le sue sfaccettature – sono gli interlocutori più importanti. È alle loro necessità che dobbiamo orientare i nostri obiettivi e la nostra azione. Ai cittadini ed alle cittadine vanno nuovamente garantiti maggiore spazio di manovra e di scelta ma anche la possibilità di assumere una maggiore responsabilità personale. Allo scopo devono essere introdotti tanto sgravi burocratici e finanziari quanto nuove opportunità di coinvolgimento decisionale nei processi politici, al fine di favorire nuove forme di partecipazione. I partner di coalizione riconoscono che organizzazioni, associazioni, istituzioni, imprese e portatori di interessi collettivi sono anche espressione della dichiarazione di volontà e della manifestazione di consenso della società altoatesina. Obiettivo dell’intero agire politico è una società equa, in cui solidarietà e sussidiarietà siano praticate e vissute (Ib., p. 5).
Background History and Context
Oggi il Trentino - Alto Adige è tra le regioni italiane ed europee più sviluppate in senso economico, politico e culturale. La cura per lo spettacolare paesaggio alpino attira un fiorente turismo; l’innovazione tecnologica attenta all’ambiente e al buon uso delle risorse naturali, la cultura (in tutti i campi), l’attenzione per il benessere sociale, sono al centro di un modello di sviluppo umano che ottiene risultati volti al miglioramento della qualità della vita e ad un benessere diffuso e abbastanza distribuito, soprattutto tra insediamenti urbani e rurali, se paragonato al resto d’Italia.
Si tratta comunque di un territorio che storicamente ha visto diversi cambi di dominio politico, violenti conflitti, divergenze culturali, di cui ancora rimangono tracce e attenuate eredità, in una popolazione che parla due lingue principali (tedesco e italiano) e una minoritaria, il ladino, molto radicata in alcune valli secondarie in piccole comunità.
I contrasti tra le due comunità principali risalgono al XIX secolo, l’epoca de nazionalismi, dunque alle varie pretese di omologazione e assimilazione culturale nei confronti delle popolazioni estranee.
Durante il fascismo (1939) le politiche di italianizzazione furono molto forti e violente e furono addirittura incentivati nella comunità tedesca, grazie ad accordi con il Reich (di cui l’Austria faceva parte), esodi di massa oltre il Brennero (“L’opzione di cittadinanza”). Durante gli ultimi anni di guerra, con l’occupazione nazista, vari eccidi e stragi hanno poi esacerbato i rancori tra le due popolazioni (l’esercito nazista reclutava anche giovani tirolesi di cui facevano parte per esempio anche i soldati uccisi nell’attentato di via Rasella a Roma, la rappresaglia che ne seguì determinò la strage delle Fosse Ardeatine). Ci furono però anche tirolesi anti-nazisti e alcuni che collaborarono con la resistenza perciò anche molti perseguitati come traditori.
Nel dopoguerra, l’accordo di Parigi, De Gasperi-Gruber del 1947 avvia una fase di miglioramento nei rapporti, tra i due Stati, di rispetto dei confini e dei diritti delle popolazioni di lingua tedesca e ad una autonomia legislativa assegnata a livello regionale alle due province; nonostante, nei (ri)sentimenti di molti austriaci e tirolesi, ci fossero ancora aspirazioni di riunificazione. Le potenze vincitrici comunque erano intenzionate a smembrare il territorio germanico e l’Italia non aveva interesse a perdere quel vantaggio geostrategico con il mantenimento dei confini al Brennero.
Con l’entrata in vigore della Costituzione Italiana (1948) si sono definite le autonomie speciali continuando la strada della conciliazione delle due popolazioni e ad una fase di governo locale guidato dalla Democrazia Cristiana e dal Südtiroler Volkspartei (SVP) il partito di riferimento della popolazione di lingua tedesca (che si era opposta al nazismo e non era espatriata in Austria), dunque autonomista, ma di ispirazione cristiana social-democratica. Le condizioni di vita e lo sviluppo locale migliorò notevolmente e negli anni ’50 vi fu anche un massiccio ritorno di espatriati dall’Austria che rinfocolarono l’irredentismo tirolese, anche con l’appoggio della Repubblica Austriaca che tornò ad esercitare ingerenze negli affari politici dell’Alto Adige. Con il ritorno degli espatriati nell’SVP prevalse una linea fortemente autonomista che chiedeva sempre più poteri alla Provincia di Bolzano che risentiva a livello regionale del predominio della maggioranza italiana.
Verso la fine degli anni sessanta, ciò ha generato una fase acuta di contrasto, proteste e la formazione di gruppi più estremisti che organizzarono azioni di sabotaggio che hanno segnato una fase terroristica, ancora oscura e controversa, dove non si esclude l’infiltrazione dei servizi segreti (italiani in particolare) nel quadro della strategia della tensione. Nel 1972, anche in seguito a queste tensioni, fu introdotto il secondo Statuto di autonomia, che prevedeva un regime di autonomia legislativo a livello delle singole province di Trento e Bolzano, separandone i destini. Cedendo la maggior parte delle proprie competenze ai livelli provinciali, il livello regionale è rimasto un livello di coordinamento dei due.
Questo mutamento ha dapprima rinfocolato un neo-irredentismo italiano poi, verso il finire degli anni ottanta, con la crescita del benessere dovuto anche a maggiori vantaggi fiscali, alla emersione di nuovi problemi comuni (l’ambiente) e all’apertura europeista e dunque alle opportunità di riavvicinamento alle altre regioni alpine transfrontaliere, la tensione si è attenuata. Rimangono comunque varie correnti separatiste, indipendentiste ed euroregionaliste che sono per la maggior parte integrate nel confronto democratico ed organizzate in partiti politici.
Le tendenze attuali riguardano: la riduzione del personale militare italiano quindi una riduzione dei residenti madrelingua italiana; una relativa crescita della comunità ladina; una crescita di immigrati comunitari (soprattutto tedeschi) ed extracomunitari (dall’Italia); una maggiore diffusione del bilinguismo e trilinguismo e matrimoni misti; varie sperimentazioni di scuole con insegnamento bilinguista; maggiori scambi con i paesi transfrontalieri, grazie all’Euro e a nuovi accordi nell’ambito dell’Euroregione Tirolo - Alto Adige - Trentino; nuove ricerche e ritrattazioni relativamente alla storia del terrorismo in Alto Adige, nonostante gli archivi dei servizi segreti italiani relativi a quel periodo non siano ancora accessibili.
In Alto Adige il partito predominante è ancora l’SVP (che ha raggiunto il 45,7%, in relativo calo rispetto alle precedenti) in coalizione con il Partito Democratico (PD) che raccoglie una buona percentuale di voti (circa il 6-7%). In Trentino il partito di governo è attualmente il PD, erede della DC, capofila dell’alleanza di centrosinistra a cui prende parte anche l’SVP dove raccoglie una piccola percentuale di elettori.
Organizing, Supporting, and Funding Entities
La coalizione SVP-PD (a maggioranza SVP a Bolzano e a maggioranza PD a Trento) ha promosso questo progetto di riforma nelle due province con modalità partecipative, in occasione delle elezioni provinciali del 2013; dapprima nella campagna e nei propri programmi elettorali (Accordo, 2013; Programma, 2013) e, in seguito al successo elettorale, con rispettive leggi (Provincia di Bolzano, legge provinciale n. 3 del 23/4/2015; Provincia di Trento, legge provinciale n. 1 del 2/2/2016).
Le due leggi, definiscono le regole, le tappe fondamentali con i relativi tempi del percorso istituzionale e dei processi partecipativi e l’importo stanziato ai fini della loro organizzazione: per Bolzano la Convenzione per l’Autonomia ha una durata di 12 mesi con una proroga non superiore a 6 mesi e lo stanziamento previsto è di 350.000 Euro (art. 7 co. 2); per Trento la Consulta dura in carica 12 mesi ed è prorogabile per altri 12 se necessario, lo stanziamento previsto per l’applicazione della legge è di 30.000 Euro (art.6 co. 1).
Participant Recruitment and Selection
Il processo altoatesino si svolge in tre fasi.
- 9 Open Space che hanno avuto luogo nelle principali città dell’Alto Adige, forum online, social network; l’accesso a questi eventi e canali è aperto a tutti. Le lingue utilizzate nei documenti e nelle discussioni sono l’italiano, il tedesco e il ladino. Un Open Space (del 27/2/2016) è stato dedicato ai giovani con il metodo del Future workshop. Successivamente agli Open Space sono stati organizzati 4 incontri (workshop a tema prestabilito) con i rappresentanti delle associazioni altoatesine a Bolzano nei quali poteva partecipare un rappresentante per associazione per un massimo di 2 workshop a scelta.
- Forum dei 100. Potevano presentare la propria candidatura tutte le persone residenti in Alto Adige con più di 16 anni. Le 6 riunioni dei 100 si tengono presso la sede del curatore del percorso, l’Eurac research di Bolzano. Dalle candidature viene estratto un campione stratificato cercando di raggiungere una rappresentanza equilibrata dei gruppi linguistici, dei generi e dell’età della popolazione altoatesina come risultante dall’ultimo censimento del 2011 [1]. Su 1829 candidature: 73% erano uomini e 27% donne, 83% tedeschi, 13% italiani, 4% ladini; i candidati erano provenienti da 112 comuni sui 116 dell’intero territorio [2].
- La "Convenzione dei 33" o "Forum dei 33" si riunisce presso il Consiglio Provinciale o presso la sede dell’Eurac di Bolzano ed è composta da:
- 4 componenti tra nove nominativi proposti dal Consiglio dei comuni;
- 2 componenti tra sei nominativi proposti dalle associazioni più rappresentative degli imprenditori
- 2 componenti tra sei nominativi proposti dai sindacati più rappresentativi;
- 5 persone, esperte di diritto, scelte secondo criteri stabiliti dall’Ufficio di presidenza, nominate dal Consiglio provinciale;
- 8 componenti, eletti all’interno del Forum dei 100 [3].
- 12 componenti nominati, su proposta dei gruppi consiliari rispettivamente di maggioranza o di minoranza, dal Consiglio provinciale, con rappresentanza proporzionale della minoranza politica.
Il processo trentino parte con la nomina e l’insediamento della Consulta per l’Autonomia, così composta (L. Prov. 1/2016, art. 2):
- 3 componenti designati dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello provinciale nei settori dell'agricoltura, dell'industria, dell'artigianato, del commercio e del turismo;
- 1 componente designato dalla Federazione trentina della cooperazione;
- 3 componenti designati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative a livello provinciale;
- 3 componenti designati dal Consiglio delle autonomie locali;
- 1 componente designato dalla conferenza delle minoranze linguistiche (articolo 9, legge provinciale sulle minoranze linguistiche, n.6 19/6/2008);
- 3 componenti in rappresentanza delle associazioni e organizzazioni portatrici di interessi sociali, culturali e ambientali con sede in provincia;
- 2 componenti esperti in diritto pubblico, costituzionale o regionale, designati dall'Università degli studi di Trento;
- 9 componenti nominati dal Presidente del Consiglio fra i consiglieri provinciali in base alle designazioni della conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari, perseguendo un'adeguata rappresentanza di genere. Cinque di essi rappresentano la maggioranza, quattro le minoranze consiliari.
Le riunioni della Consulta si tengono presso la sede del Consiglio Provinciale di Trento, in italiano; essa si avvale del supporto tecnico e organizzativo degli uffici del Consiglio provinciale e della Giunta provinciale, con modalità concordate tra il Presidente del Consiglio provinciale e il Presidente della Provincia, sentito il presidente della consulta (L. Prov. 1/2016, art. 2 co. 7).
Non essendo ancora avviato il processo partecipativo, che deve organizzare la Consulta (Ib., artt. 4-5), non è al momento (8/2/2017) possibile rilevare le modalità di selezione dei partecipanti.
Methods and Tools Used
9 Open Space che hanno avuto luogo nelle principali città dell’Alto Adige, forum online, social network; l’accesso a questi eventi e canali è aperto a tutti. Un Open Space (del 27/2/2016) è stato dedicato ai giovani con il metodo del Future workshop. Successivamente agli Open Space sono stati organizzati 4 incontri (workshop a tema prestabilito) con i rappresentanti delle associazioni altoatesine a Bolzano.
What Went On: Process, Interaction, and Participation
Il processo altoatesino ha adottato un approccio maggiormente bottom-up, partendo dall’organizzazione di 9 Open Space distribuiti sul territorio, l’apertura di un sito web con le informazioni e l’archivio dei documenti e un forum online e due canali social su Facebook e Twitter. Agli incontri, tenuti tra gennaio e marzo 2016, hanno partecipato circa 2000 persone, affrontando 258 discussioni tematiche stimolate dal titolo dell’Open Space: “Immaginare l’Alto-Adige; quale futuro per il nostro territorio?”. I verbali sono stati redatti a cura dei partecipanti e archiviati sul sito web, poi riassunti secondo criteri qualitativi dai curatori di Eurac (Convenzione, 2016). L’obiettivo della prima fase del processo di partecipazione è consistito nella raccolta delle tematiche, dei punti di vista e delle idee, creando in questo modo le condizioni per uno scambio di opinioni costruttivo. Le tematiche hanno riguardato i temi più dibattuti anche nel forum: Ampliamento dell’autonomia, riabilitazione degli attivisti sudtirolesi condannati dallo Stato Italiano in contumacia e che vivono in Austria, autodeterminazione/indipendenza, convivenza tra gruppi linguistici, cultura, euroregione, immigrazione, Ladinia, plurilinguismo e proporzionale linguistica/etnica, questioni sociali, rapporti con l’Austria, rappresentanti eletti, scuola, sostenibilità, toponomastica. Un tema di discussione ha riguardato anche la partecipazione dei cittadini.
“La democrazia diretta e deliberativa/partecipativa dovrebbe trovare un maggiore riconoscimento nello Statuto di autonomia. Si dovrebbe poter partecipare alle consultazioni referendarie già a partire dai sedici anni. Per tutti gli ambiti di competenza primaria della Provincia si auspica che la popolazione possa decidere sulle questioni fondamentali in virtù della propria sovranità. Anche il nuovo Statuto di autonomia dovrebbe essere sottoposto a referendum. Si menzionano quali modelli di riferimento la democrazia diretta in Svizzera e nel Liechtenstein” (Convenzione, 2016, cit., p. 26-27).
Un’altra serie di 4 incontri che si sono tenuti a Bolzano, in maggio, sono stati dedicati alle associazioni, nella forma di workshop a tema prestabilito su: il modello altoatesino; la società altoatesina; politiche e processi politici; la tutela delle minoranze.
I workshop mirano da un lato ad individuare eventuali questioni aggiuntive rispetto a quelle emerse durante gli eventi Open Space, dall’altro hanno lo scopo di elaborare proposte concrete per la modifica e l’ampliamento dello Statuto di autonomia.
La legge provinciale n. 3/2015 prevede che siano raccolte le opinioni della società civile organizzata. I workshop, come gli open space, mirano a far emergere la pluralità di contenuti e opinioni, senza che si debba necessariamente giungere a decisioni o risultati condivisi. I risultati di questa fase, assieme a quelli degli open space, costituiscono la base per i lavori del Forum dei 100 e della Convenzione dei 33.
Il Forum dei 100 dialoga con la Convenzione dei 33 durante l’intera fase dei lavori e funge da anello di collegamento tra la popolazione altoatesina e la Convenzione. Incarico specifico del Forum dei 100 è quello di apportare nella discussione ambiti di interesse vari e di curare lo scambio di opinioni sulle domande centrali della discussione sulla riforma. Allo stesso tempo saranno presi particolarmente in considerazione i risultati provenienti dalle manifestazioni pubbliche e dai circoli di discussione tematica con gli esperti (2 incontri ad oggi 8/2/17). Il si riunirà in totale sei volte nel corso della fase di lavoro.
Il Forum dei 33 nel 2016 si è incontrato 14 volte e ne rimangono ancora 10 (la riunione conclusiva si terrà i 30/6/2017, i verbali e le analisi degli interventi sono disponibili online. Il Forum dei 33 dovrà redigere il documento di proposta di riforma dello Statuto che sarà discusso dal Consiglio Provinciale e poi approvato.
Il percorso trentino è partito più tardi rispetto all'Alto Adige; il 12 settembre 2016 si è insediata la Consulta e al momento (8/2/2017) si è incontrata 10 volte. L'approccio è maggiormente top-down. Dapprima l'organismo ausiliario provvisorio (La Consulta) elabora un documento preliminare di revisione dello Statuto, dopodiché organizza un processo partecipativo coinvolgendo la società civile organizzata e il pubblico generale, infine trasmette l'ultima versione del documento, tenendo conto delle osservazioni pervenute, al Consiglio e al Presidente della Provincia. Nello specifico dei tempi:
- Entro centoventi giorni dalla sua prima seduta la consulta elabora un documento preliminare con i criteri e gli indirizzi principali per la redazione del progetto di riforma dello Statuto speciale. Il documento preliminare è proposto al processo partecipativo nelle modalità che la Consulta riterrà più opportune (L. Prov. 1/2016, artt. 4-5).
- In esito al processo partecipativo, e tenendo conto dei suoi risultati, la consulta, entro sessanta giorni, elabora un documento conclusivo, trasmettendolo al Presidente della Provincia e al Presidente del Consiglio provinciale.
Sul sito Autonomia è possibile seguire le dirette in streaming delle sedute della Consulta o rivedere le registrazioni video, oltre a trovare informazioni sul percorso. Nell’ultima seduta del 6/2/2017 viene presentata la piattaforma che verrà utilizzata per la partecipazione dei cittadini, al momento non ancora attiva, non essendo ancora partito il coinvolgimento della cittadinanza.
Influence, Outcomes, and Effects
Il processo è ancora in corso. L’investimento altoatesino è stato notevole, con un buon coinvolgimento della società civile organizzata e dei singoli cittadini e cittadine che ha avuto un notevole riverbero anche sui media locali [4]. Diverse critiche sono giunte da alcuni consiglieri provinciale dell’opposizione, relative sempre all’applicazione del criterio della proporzionale e alla manipolazione della maggioranza relativa a determinate nomine (p.e. quella di Luis Durnwalder, esponente storico del SVP), comunque le forze politiche in Consiglio non hanno ostacolato l’iniziativa, nemmeno con voti contrari [5].
Nel caso trentino è ancora troppo presto rilevare risultati ed effetti perché il processo di coinvolgimento dei cittadini non è ancora iniziato.
Analysis and Lessons Learned
La dimensione del processo e la complessità linguistica del territorio dimostrano che i processi partecipativi possono riuscire ad ottenere un coinvolgimento di qualità, generando dialogo e confronto aperto. Alcuni hanno criticato lo scarso sforzo outreach nel coinvolgimento dei nuovi immigrati, ma tra i delegati che compongono il forum c’è consapevolezza di questo perciò hanno attivato una propria rete di contatti per includere il più possibile i residenti di origine straniera [3].
Forse è mancata una più lunga fase di condivisione del progetto di percorso partecipativo con le forze politiche di opposizione e soprattutto con il mondo associativo, in modo tale da dare almeno la percezione generale di un confronto più aperto a sorprese e meno manipolato dalla maggioranza.
In entrambi i casi non essendo previsti strumenti di conteggio delle preferenze finali che incrementino la rappresentatività dei risultati, le due operazioni partecipative si prospettano fortemente controllate dagli organi istituzionali e dunque dai partiti della maggioranza. Alcuni hanno chiesto l’indizione di un referendum per l’approvazione definitiva delle riforme ma potrebbe essere consigliabile prima testare i risultati singolarmente, in maniera disgiunta, tramite un ampia consultazione ad accesso libero (p.e. tramite questionari online assistiti da operatori comunali, nelle biblioteche o scuole comunali, per ridurne i costi) in alternativa o prima di un eventuale referendum ufficiale confermativo del documento definitivo.
See Also
References
Accordo di coalizione per la formazione della Giunta provinciale (di Bolzano) per la Legislatura 2013-2018, 2013 > link
ASTAT, Barometro linguistico, 2014 > link
Coalizione centrosinistra autonomista, Programma di Ugo Rossi, Presidente Provincia autonoma di Trento, 2013 > link
Convenzione per l’Autonomia, Immaginare l’Alto Adige, Le idee dei partecipanti, 2016 > link
External Links
Autonomia - Riforma dello Statuto della Provincia Autonoma di Trento > link (ril. 8/2/2017).
Convenzione per l’Autonomia - Riforma dello Statuto della Provincia Autonoma di Bolzano > link (ril. 8/2/2017).
Notes
[1] Una delle critiche ricorrenti da parte di cittadini che si esprimono in lingua italiana, nel Forum online, riguarda la cosiddetta “proporzionale linguistica” o “proporzionale etnica”. Osteggiata negli anni ottanta da Alex Langer (1946-1995), in quanto generatrice di “gabbie etniche”, tale misura è stata adottata dopo la riforma del 1972 per garantire equità d’accesso alla popolazione germanofona ai posti pubblici, ai servizi sociali, agli alloggi popolari, eccetera, e riparare alle ingiustizie subite da tale popolazione nel periodo fascista; squilibri che continuavano a riprodursi anche nel dopoguerra. Anche in questo caso è stata utilizzata per selezionare, tra i candidati, coloro che andavano a comporre il Forum dei 100. Secondo alcuni oggi non ha più senso perché oltre ad essere stata abbondantemente riequilibrata la situazione ci sono nuove tendenze (come l’immigrazione, il bilinguismo) e la sua applicazione penalizzerebbe la selezione in base al merito. Inoltre, è stato criticato che per la selezione non sono state utilizzate le variabili della provenienza geografica, il reddito o la professione, infine nella procedura non ci sarebbe stata trasparenza perché l’elenco dei cittadini candidati non è stato pubblicato (vedi Marco De Simone, “Modalità di selezione e trasparenza”, ril. 8/2/2017). Altri cittadini che si esprimono in tedesco (vedi Arno Reiner, commento a: “Siamo sicuri di appartenere?”, ril. 8/2/2017) sostengono che ancora ci sono settori come la pubblica sicurezza (forze di polizia, esercito e carabinieri) dove la “proporzionale” non è applicata e la rilevazione “Barometro linguistico” (ASTAT, 2014), condotta su 3000 intervistati, ha mostrato che tale politica non ha creato problemi e la stragrande maggioranza della popolazione (italiani e ladini compresi) è soddisfatta.
[2] Ecco il Forum dei 100 (ril. 8/2/2017).
[3] Anche in questo caso, le critiche ai risultati non sono mancati, visto che si è riprodotta la dinamica proporzionale con 2 italiani eletti (vedi Nadia Mazzardis, “Voler guidare una Ferrari con i pedali”, ril. 8/2/2017). Tuttavia, uno di questi è Olfa Sassi, mediatrice culturale di origini tunisine, vive da 15 anni a Bolzano dove ha studiato e lavora (vedi “3 domande a... Olfa Sassi”, ril. 8/2/2017).
[4] Ad esempio sul sito del quotidiano Alto Adige inserendo la query “Convenzione dei 33” si hanno più di 60 risultati (ril. 8/2/2017).
[5] Resoconto della seduta del 7/4/2016 del Consiglio Provinciale.