Problems and Purpose
Il dibattito sull’aeroporto di Bolzano e il suo futuro sviluppo è attivo da diversi anni. Da un lato vi sono le necessità di potenziare lo scalo in termini di dimensione dei velivoli (attualmente idoneo solo per piccoli bimotori jet cargo, o turboelica fino a 50 passeggeri) e numero di voli per renderlo remunerativo ed attrattivo per le compagnie aeree. Questo obiettivo richiede nuovi investimenti per l’adeguamento dell’organizzazione, delle strutture aeroportuali e l’ampliamento della pista, dunque nuove risorse pubbliche [7], visto che proprietario unico è la Provincia Autonoma di Bolzano.
L’obiettivo perciò contrasta con l’alto rischio percepito (aumento dell’impatto ambientale ed economico rispetto al relativamente basso valore dell’opportunità offerta) da un nutrito gruppo di oppositori: le organizzazioni ambientaliste, l’Heimatpflegeverband, l’ Alpenverein Südtirol, i comitati dei residenti e degli agricoltori più prossimi alla pista, i Verdi (guidati da Brigitte Foppa) il Süd-Tiroler Freiheit (il partito dell’autodeterminazione guidato da Eva Klotz), la Bürger Union für Südtirol, i Freiheitlichen, il sindaco e i consiglieri di Laives del Südtirolervolkspartei (l’SVP è il partito di maggioranza che governa l’Alto Adige dal dopoguerra, storico alleato della DC, oggi alleato del PD) e quelli SVP di tutta la Bassa Atesina. Da notare che l’SVP è andato incontro ad un contrasto interno già in occasione del primo referendum del 2009, quando la componente della Bassa Atesina era per limitare il traffico aereo mentre il Presidente Durnwalder invitò all’astensionismo per boicottare il referendum[11]: operazione che riuscì grazie a qualche migliaio di schede bianche. Dunque anche in questa occasione di confronto pubblico sulle strategie aeroportuali che si ripresenta nel 2016, affrontata con un referendum consultivo su scala provinciale, mentre la direzione centrale dell’SVP faceva propaganda con i manifesti per sostenere il Sì al piano di sviluppo, il sindaco di Laives distribuiva gadget e organizzava incontri pubblici per sostenere il voto contrario [10].
Tra i sostenitori ci sono Assoimprenditori, Associazione Albergatori e Pubblici Esercenti (HGV), che congiuntamente - dal 1 febbraio 2016 in vista del referendum - hanno attivato un Forum online e un ufficio apposito dedicato al tema aeroporto nella zona centrale di Bolzano [12], registrando in un mese e mezzo 170 mila visite e mille domande [13]. Un altro comitato “per l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano”, creato da un ex-consigliere della Lega Nord è stato costituito via Facebook. Un altro “portale di informazione e discussione sull’aeroporto” ancora attivo è Fly Bolzano operativo già dal 2009, “creato da cittadini, appassionati e professionisti del settore che credono in un aeroporto con più collegamenti che faccia da volano per il turismo e l'economia altoatesina” [14]. Ci sono poi gli esponenti dei partiti italofoni di destra e centro-destra (compreso il PSI) che sono tutti a favore del suo potenziamento [15].
Background History and Context
Il dibattito sull’Aeroporto di Bolzano è intrecciato con quello dell’incremento della democrazia locale altoatesina. I protagonisti dei due temi sono grosso modo gli stessi. Da un lato l’amministrazione provinciale e dall’altro il movimento “Iniziativa per più democrazia”, appoggiato da molte associazioni e da diversi gruppi consiliari, taluni concorrenti, ma comunque per un incremento di democrazia diretta e contro lo sviluppo aeroportuale.
L’aeroporto di Bolzano consiste in una pista unica asfaltata, lunga 1290 metri, collocata a sud della città, nella frazione di San Giacomo, ai confini con una zona industriale a nord nel Comune di Bolzano, la ferrovia a est e una vasta zona agricola pianeggiante a ovest e a sud, rientranti nel Comune di Laives. La pista è orientata sull’asse nord-sud. Il contesto alpino e la caratteristica conca in cui si sviluppano le aree urbanizzate di Bolzano e dei comuni limitrofi, originata dalla congiunzione delle valli dell’Adige e dell’Isarco, costringe i piloti ad utilizzare sempre il versante sud della pista, sia per la rotta di atterraggio sia per l’orientamento del decollo. Questo genera una maggiore pressione ambientale sulle aree agricole e i comuni a sud di Bolzano, in particolare sul territorio del Comune di Laives [9].
Costruito nel 1926 da cui partivano voli di linea per Milano, Venezia, Innsbruck e Monaco di Baviera, negli anni novanta fu interessato da importanti lavori di ammodernamento, ampliamento della pista, costruzione del terminal e 2 hangar, torre di controllo, parcheggio automezzi e strada di accesso. Fino al 2015 tre compagnie si sono avvicendate nella gestione dei voli di linea per Roma, mentre al momento (12/2/17) esistono solo voli charter estivi e voli privati (business e turismo) [1].
Lo sviluppo dello scalo aeroportuale è da tempo contestato dai gruppi ambientalisti. Nel 2009 (25 ottobre) ci fu un referendum propositivo nel quale si sottoponevano ai cittadini altoatesini 5 quesiti su altrettante proposte di legge. Il primo riguardava la precedenza di accesso all’edilizia abitativa agevolata per la popolazione locale; il secondo, riguardava una legge che modificasse la legge urbanistica con l’intento di disciplinare/limitare le residenze per il tempo libero, ossia le seconde case per le vacanze ai non residenti; un terzo e quarto quesito riguardavano due distinte proposte di legge sulla democrazia diretta, la prima promossa dal partito “Union für Südtirol” e la seconda da “Iniziativa per più democrazia”; il quinto punto invece riguardava una legge per la riduzione del traffico aereo proposta dall’associazione ambientalista Dachverband für Natur- und Umweltschutz in Südtirol (Federazione Protezionisti Sud Tirolesi). Questi referendum propositivi - prima d’allora non previsti nell’ordinamento - sono stati possibili grazie alla legge provinciale 11/2005, risultato parziale di una lunga battaglia che l’Iniziativa per più democrazia ha iniziato nel 1995.
Il risultato del referendum 2009 sarebbe stato positivo su tutti e cinque i quesiti. Le due proposte (terza e quarta) di democrazia diretta erano in concorrenza tra loro ma la quarta ha preso più voti a favore e meno voti contro rispetto alla terza. Anche l’affluenza sarebbe stata sufficiente per raggiungere il quorum del 40%, ottenendo così la validità (non vincolante) del referendum, ma l’alto numero di schede bianche non ha permesso in nessuno dei casi di raggiungere tale traguardo; nello specifico, la quarta proposta sulla democrazia diretta ha raggiunto l’83% di consensi sul 38,1% dell’elettorato, con il 7,2% di schede nulle e il 6,6% bianche; la quinta proposta sull’aeroporto ha raggiunto l’81% di consensi sul 38,2% dell’elettorato, con il 5,9% di schede nulle e il 5,4% bianche [2].
Nel 2011 l’Iniziativa ripropose una nuova versione della legge prevedendo particolari tutele per le minoranze etniche, quando si sottopongono al voto questioni di tale rilevanza e un comitato redazionale indipendente responsabile per la stesura dell’opuscolo istituzionale informativo sul quesito referendario, che invece nel 2009 fu curato soltanto dalla Giunta. Nel 2012, mentre il partito di maggioranza, guidato in quegli anni da Luis Durnwalder (SVP), elabora una propria proposta per la regolamentazione delle iniziative di consultazione e referendarie, l’Iniziativa guidata da Stephan Lausch, chiede che la loro proposta e quella SVP siano sottoposte alla scelta dei cittadini tramite referendum. La risposta fu negativa e nel giugno 2013, con i soli voti della maggioranza SVP, il Consiglio approva la legge sui referendum, anche sugli atti amministrativi (una sorta di referendum sugli investimenti e le opere pubbliche), ed elimina il quorum, ma vengono quadruplicate le firme necessarie (32.000 firme contro le attuali 8.000), elimina il referendum confermativo (previsto dalla legge provinciale 10/2002, applicabile sui temi di assetto istituzionale che implicano modifiche statutarie, come nel caso nazionale non prescrive il quorum) ed inserisce altre misure volte a scoraggiare le iniziative dal basso [3]. Per questo motivo, facendo ricorso proprio alla legge 10/2002, il referendum confermativo viene indetto il 9/2/2014, un mese dopo l’insediamento del nuovo Presidente Kompatscher. Nonostante la bassa affluenza, che raggiunge il 26,4%, in assenza di quorum per questo tipo di referendum (confermativo), il 65% dei voti a sfavore (68.463 voti) è sufficiente per bloccare l’approvazione della nuova legge [4]. Da questa vittoria l’Iniziativa ha continuato la sua azione per la promozione di una nuova legge che favorisca e semplifichi le procedure (riduzione delle firme) per la partecipazione dei cittadini e la promozione dei referendum, ampliandone le materie e l’efficacia (abolizione del quorum anche per i referendum consultivi, propositivi e abrogativi). Dai lavori della I commissione legislativa del Consiglio sta emergendo ora una proposta - di cui è imminente l’approvazione - che riduce il quorum al 25% e mantiene sul 2% (8000 firme) le firme necessarie per l’attivazione del referendum e dell’iniziativa di legge popolare. Estende l’oggetto della sospensione pre-referendaria anche a delibere della Giunta che prevedono investimenti superiori allo 0,5% del bilancio provinciale. Inoltre, introduce una procedura partecipativa più snella, il “Consiglio delle cittadine e dei cittadini” composto da un campione casuale stratificato (sulla base del gruppo linguistico, genere ed età) di almeno 12 persone sopra i 16 anni. Si tratta di un organismo ausiliario, convocato per un giorno e mezzo, su una singola questione, che esprime raccomandazioni e suggerimenti in una dichiarazione congiunta e unanimemente condivisa. Infine, delle altre innovazioni, va ricordato l’istituzione di un ufficio per la formazione politica e la partecipazione con compiti di promozione della cultura democratica, informazione sull’oggetto dei referendum, organizzazione dei Consigli dei cittadini, sostegno e assistenza ai promotori dei processi partecipativi e dei referendum. Secondo il disegno di legge, l’ufficio svolge il proprio ruolo in modo indipendente e imparziale ed è controllato da un consiglio e viene assistito da un comitato scientifico. I suoi membri sono nominati da ciascun gruppo consiliare (un membro per gruppo) e i 4 membri del comitato scientifico sono eletti per metà dalla maggioranza e metà su proposta della minoranza. Relativamente all’informazione prima di un referendum il nuovo disegno di legge prevede che sia inviato un opuscolo a tutte le famiglie almeno 10 giorni prima della votazione. L’ufficio per la partecipazione crea un gruppo di redazione composto in egual misura da rappresentanti di entrambe le parti. La redazione avviene congiuntamente e deve esservi consenso sui contenuti. Tutti i partiti rappresentati in Consiglio possono in egual misura fornire indicazioni di voto nell’opuscolo. Inoltre si fa obbligo di trasparenza per tutti coloro che finanziano spese dirette o indirette relative alla propaganda in occasione di referendum. Infine si prevede, a carico della Provincia, un rimborso spese ai promotori nella misura di 1 euro per ogni firma valida fino al numero minimo necessario, le spese per i componenti delle commissioni di ammissibilità e lo svolgimento delle operazioni comprese quelle sostenute dai Comuni [5].
Questo modello di partecipazione, nonostante non sia ancora entrato in vigore, è poi quello che è stato in parte adottato dalla Giunta Kompatscher, sulla questione dell’Aeroporto, coerentemente con il proprio programma orientato ad una forte svolta partecipativa, rispetto all’era Durnwalder (Accordo, 2013).
L’aeroporto è di proprietà della Provincia attraverso la società ABD Airport SpA (dal 1992), dal 2009 diventata ‘in house’ con la Provincia come socio unico. Dal 2012 dallo scalo si ritira la compagnia svizzero-tirolese Air Alps che da un decennio gestiva i voli di linea Bolzano-Roma, con i bimotori turboelica Dornier 328 da 30-33 passeggeri. Dopodiché anche la compagnia svizzera Darwin Airlines (operativa con il marchio Etihad Regional della Etihad Airways, compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti che detiene il 33% della società), che dal 2013 fino al luglio 2014 gestisce i voli per/da Roma con i più grandi bimotori turboelica Saab 2000 da 50 posti, abbandona lo scalo. A complicare la vicenda, nell’agosto 2013, si aggiunge il blocco dei lavori per l’ampliamento della pista, da parte del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) su ricorso del Wwf e del Dachverband e dal Comune di Laives [16], che sarebbero serviti a garantire per tutta la stagione i voli dei Saab da 50 posti e l’atterraggio anche degli ATR da 70 posti. La Provincia verrà poi condannata dal TAR perché non aveva coinvolto il Comune di Laives (da sempre oppositore all’aeroporto) ma titolare del territorio su cui ricade gran parte della pista e del suo impatto [17]. Dopodiché la Provincia prende tempo, inizia a proporre compensazioni a Laives e nello stesso tempo fa ricorso al Consiglio di Stato, secondo e ultimo livello di giudizio nei procedimenti di giustizia amministrativa [18].
Nel frattempo Kompatscher viene attaccato dagli ambientalisti del Dachverband per non aver mantenuto le promesse, più volte dichiarate nella sua campagna elettorale del 2013, di indire un referendum sul caso aeroporto, nonostante ritenga strategicamente valido il suo sviluppo [19]. La mozione n.369, presentata da Andreas Pöder (Bürger Union für Südtirol) il 22/4/15 viene discussa nella seduta straordinaria del Consiglio del 11/6/15. Si chiede che venga elaborato un piano industriale entro fine ottobre 2015 e fissata una data per il referendum. In seguito alla discussione, a vari interventi, tra cui quello dell’assessore Mussner e del presidente Kompatscher, la mozione viene approvata con 29 voti favorevoli, all’unanimità. Kompatscher annuncia l’obiettivo di portare a termine il piano industriale entro ottobre e subito dopo tale scadenza di fissare la data del referendum. Pochi giorni dopo, il Consiglio di Stato, a cui aveva fatto ricorso la Provincia e la sua controllata ABD (società di gestione dell’aeroporto), ribalta la precedente sentenza del TAR e giudica legittima la procedura che aveva dato avvio ai lavori di ampliamento della pista, fino a quel momento bloccati, ma Komptscher dichiara che i piani non cambiano, le compagnie ormai si sono ritirate, per cui si procede coerentemente con quanto annunciato, senza proseguire i lavori [20]. Dalle prime analisi [6], confermate poi dal piano di sviluppo presentato il 20 ottobre 2015 in Consiglio Provinciale [7], è chiaro che servono ulteriori lavori di ampliamento della pista, il rifacimento di alcune strutture e un piano di riorganizzazione nella prospettiva di aumentare i voli, la dimensione dei velivoli e dunque il numero di passeggeri, attualmente troppo esiguo per consentire ad una compagnia così come ad un gestore aeroportuale di avere utili sufficienti a giustificare lo scalo. Kompatscher presenta il piano di sviluppo redatto da esperti di Vienna e lo adotta come piano di sviluppo dei trasporti aerei della Provincia. Pur sostenendolo nel merito, nello stesso tempo riconosce il valore della via democratica della partecipazione pubblica alla decisione e sottopone la delibera di Giunta a referendum consultivo, invitando tutti a votare e garantendo che non terrà conto del limite del quorum del 40% [8].
Organizing, Supporting, and Funding Entities
Il primo referendum sulla questione del 2014 fu promosso dalla associazione ambientalista Dachverband e sostenuto da molti altri gruppi organizzati. Kompatscher aveva promesso il referendum in campagna elettorale [21] ma non l’ha inserito esplicitamente nel proprio programma (Accordo, 2013) nonostante la significativa presa di posizione sulla partecipazione dei cittadini. Visto il protrarsi della questione, il 22/4/15 un consigliere dell’opposizione, Andreas Pöder (Bürger Union für Südtirol), presenta una mozione di richiesta del referendum che sarà discussa nella seduta del 11/6/15 e approvata all’unanimità, sostenuta da tutti i consiglieri. Il Consiglio provinciale secondo la legge provinciale 11/2005 può deliberare a maggioranza assoluta l’indizione di un referendum consultivo. Non mancano però le voci contrarie che premono sulla Giunta, meno inclini a concedere empowerment alla consultazione referendaria, come il presidente Ebner della Camera di Commercio e Pinzger, presidente dell’Hgv, come molti suoi albergatori associati [22].
Unico finanziatore del referendum è ovviamente l’istituzione che lo indice, dunque la Provincia di Bolzano. Da un’intervista a S. Lausch di “Iniziativa per più democrazia”, pare che dalle dichiarazioni della Provincia il costo complessivo del referendum provinciale ammonti a 3 milioni di Euro; è da aggiungere poi la spesa pubblica per la pubblicazione informativa che secondo il consigliere Pöder ammonterebbe a 300 mila Euro [24]. Sempre in tale seduta il consigliere Alessandro Urzì della lista "Alto Adige nel cuore", una lista legata al centrodestra di Futuro e Libertà (aggregazione guidata da Gianfranco Fini poi disciolta de facto nel 2014) ha affermato "che sarebbe stato meglio se la Giunta si fosse assunta la responsabilità di decidere, per essere poi giudicata alle prossime elezioni" [24].
Participant Recruitment and Selection
Secondo l’art. 18 della Legge provinciale n.11, 18/11/2005 “Iniziativa popolare e referendum”, hanno diritto di partecipare ai referendum tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali di un comune della provincia, che hanno diritto al voto per le elezioni del Consiglio provinciale. E’ dunque previsto anche il voto per corrispondenza per coloro residenti all’estero e nati in un comune della Provincia.
Methods and Tools Used
Il referendum è un metodo di votazione popolare regolamentato per legge; in Italia si trova nella Costituzione dal 1948. Prima di quel tempo furono organizzati dei plebisciti, che si differenziavano dal referendum per l'attivazione non regolamentata e strumentale alle volontà del potere esecutivo.
La sua attivazione può derivare da una volontà maggioritaria o minoritaria ma con un numero minimo di parlamentari o consiglieri favorevole alla sua indizione. Le modalità classiche di attivazione prevedono procedure dal basso (tramite raccolte di firme) o dall'alto (tramite mozioni emerse nelle assemblee elettive); talvolta il referendum è promosso dagli esecutivi, come nel caso in esame. I soggetti richiedenti il referendum, tramite procedure regolamentate, nelle quali vengono convocate commissioni apposite per la verifica della legittimità della richiesta e della formulazione dei quesiti, formulano la/le domanda/e da sottoporre alla votazione popolare. Sono previsti gli allestimenti delle votazioni elettorali con schede di carta sulle quali è stampata la domanda e le risposte nette "Sì" o "No". Nel caso in esame, al posto degli allestimenti dei seggi nelle scuole, è stata predisposta una piattaforma di voto online, alla quale si poteva accedere inserendo codice fiscale e numero di tessera elettorale, il documento che certifica il possesso della cittadinanza e il diritto di voto. Oltre che dai propri dispositivi elettronici, l'elettore poteva recarsi presso biblioteche o Urp comunali e chiedere l'assistenza degli operatori per l'accesso tramite un terminale pubblico.
What Went On: Process, Interaction, and Participation
Il 20/10/2015 la Giunta ha approvato il disegno di legge contenente le norme per lo sviluppo dell’aeroporto di Bolzano [23] e ha presentato il piano strategico [7] in Consiglio.
Il Consiglio provinciale, avendo già deliberato all‘indizione del referendum consultivo (11/6/15), fissa la data del referendum che si terrà il 12 giugno 2016.
Nella seduta del 4 marzo 2016, con mozione 569/16 del 10/2/16, il Gruppo Verde propone la redazione di un opuscolo informativo bilingue, in cui vengono illustrate le due posizioni in maniera equilibrata ed ampia. Si tratta di una proposta articolata in 3 punti che viene approvata a maggioranza, con soli due voti contro e una astensione. Per la sua redazione viene formato un gruppo di tre consiglieri a favore dello sviluppo dell’aeroporto e tre contro, nominati dal Collegio dei capigruppo. L’opuscolo verrà poi inviato a tutte le famiglie, 20 giorni prima del referendum, oltre ad una versione online messa a disposizione sul sito del Consiglio. Secondo il consigliere Pöder, il costo di questa azione informativa si aggirerebbe sui 300 mila Euro [24]. La pubblicazione realizzata consiste in 20 pagine, 10 dedicate al Sì e altrettante al No. La versione online consiste in due brochure in pdf da 10 pagine. La versione stampata unisce le due versioni scaricabili in una brochure unica, con copertina reversibile, dunque parità di vedute, rovesciando l’opuscolo; è a colori e presenta, oltre al testo, numerose immagini, foto, infografica e diagrammi. Si fa uso di argomenti razionali ma anche di immagini emotive (bambini arrabbiati che si tappano le orecchie e si tappano il naso con sopra un grande aereo passeggeri in volo; un bambino con un modellino di aereo in mano, sulle spalle del padre, ripresi dal basso verso l’alto, entrambi rivolgono lo sguardo verso il modellino in aria e il cielo), brevi trascrizioni di interviste con nome, foto e ruolo sociale dell’intervistato [25].
Le iniziative spontanee poi si susseguono per tutto il periodo primaverile: assemblee, manifestazioni con striscioni, dibattito sulla stampa locale e la televisione locale, esternazioni di voto, distribuzione di gadget e affissione manifesti propagandistici.
Al referendum affluirà il 46,7% degli aventi diritto al voto. Il 70,6% voterà contro il disegno di legge, mentre il 29,4 % voterà a favore. Il risultato più accentuato sul No è rilevabile nei comuni della Bassa Atesina (l’area più colpita dall’impatto ambientale) che registrano una media del 83% di contrari alla legge di sviluppo e un’affluenza del 60% [26]. Una alta contrarietà hanno manifestato anche la Alta Val D’Isarco (80%), la Val Pusteria (72%) e la Val Venosta (77%) che sono le tre aree più distanti da Bolzano, forse perché ne percepiscono meno l’opportunità vista anche la maggior vicinanza ad Innsbruck rispetto alle altre zone.
Influence, Outcomes, and Effects
Le dichiarazioni del giovane (classe 1971) presidente della Provincia, al suo primo mandato, l’alta affluenza che ha superato il quorum, l’alta attenzione pubblica, ha fatto di questo referendum consultivo un referendum con un’alta influenza. Il risultato è l’uscita della Provincia dalla Società ABD SpA, le cui quote, il 100% saranno oggetto di gara pubblica. Nel caso non si presenti nessun acquirente la società sarà liquidata e la concessione restituita ad ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile). Non ci saranno ampliamenti della pista, nemmeno dei 30 metri che erano stati sospesi ma potevano essere realizzati e il servizio rimarrà quello limitato ai charter estivi, qualche volo di linea da 30 posti se torneranno a presentarsi compagnie interessate, voli privati di piccoli velivoli. Verranno potenziati altri tipi di trasporto pubblico: treni e bus [27]. Al momento la convenzione con ABD è confermata per tutto il 2017, i voli charter per la Sardegna (utilizzati per le vacanze degli altoatesini) sono in relativa crescita ed è stato nominato l’advisor per valutare la società e dunque la sua cessione ad eventuali privati [28].
Analysis and Lessons Learned
Lo strumento referendario è uno strumento rapido, affidabile, coinvolgente, molto risolutivo sulle questioni calde. Quando i partiti della maggioranza, i leader della comunità, sono autorevoli e vogliono utilizzarlo, invitando al voto, come ha fatto Kompatscher, a differenza del suo predecessore, la gente partecipa. Esso è utile anche a ricomporre i contrasti di posizione interni ai partiti, ad aree geografiche con diversi interessi, vantaggi e svantaggi. La scala provinciale si dimostra, a differenza di quanto avvenuto con la legge Del Rio, lo smantellamento politico delle province e il tentativo di cancellarle dalla Costituzione, che è una dimensione alla coesione sociale, funzionale ed equilibrata ai fini del dibattito su quasi tutte le scelte strategiche che riguardano una comunità territoriale identificabile secondo categorie di configurazione locale, paesaggistiche ed ambientali. I costi sono ancora tuttavia molto alti (circa 20 Euro/elettore), anche se, da un’intervista a Lausch (Iniziativa per più democrazia), i referendum potrebbero non costare più di un caffè per elettore se le procedure fossero regolarizzate periodicamente, con più quesiti a tornata, come avviene in Svizzera.
See Also
References
Accordo di coalizione per la formazione della Giunta provinciale (di Bolzano) per la Legislatura 2013-2018, 2013 http://www.provincia.bz.it/aprov/giunta-provinciale/downloads/accordo-di...
External Links
Aeroporto di Bolzano http://www.bolzanoairport.it/
Notes
[1] Storia dell’Aeroporto di Bolzano > link (ril., 11/2/17).
[2] Provincia Autonoma di Bolzano, Referendum provinciali 2009 > link
[3] Democrazia diretta e partecipazione - Blog di Paolo Michelotto > A Bolzano i cittadini non ci stanno e stanno lanciando una nuova iniziativa e un referendum sulla brutta legge sulla Democrazia Diretta creata dalla SVP, 25/6/2013 > link
[4] Provincia Autonoma di Bolzano, Referendum provinciali 2014 > link
[5] Provincia Autonoma di Bolzano, Disegno di legge provinciale “Democrazia diretta, partecipazione e formazione politica”, 2017 > link
[6] Fly Bolzano - Portale di informazione e discussione dell’Aeroporto Bolzano - Dolomiti, Editoriale, 2015 l'anno della svolta o del crash? > link
[7] Airport Consulting Vienna, Piano di sviluppo strategico con Business Plan - ABD Airport Bolzano Dolomiti, Relazione finale v1.2 , 15/10/2015 > link
[8] Provincia Autonoma di Bolzano (Ufficio Stampa), Referendum provinciale sull’aeroporto di Bolzano, appello al voto, 9/6/2016 > link
[9] Provincia Autonoma di Bolzano, Geobrowser GIS > link
[10] Leone, V., Referendum aeroporto Bassa Atesina, l’SVP dice no, Corriere dell’Alto Adige, 9/6/16, in pressreader > link
[11] Dello Sbarba, R., Asimmetria, Blog dell’autore (consigliere provinciale di Bolzano, gruppo Verdi), 26/10/2009 > link
[12] Alto Adige Innovazione, Forum aeroporto, piattaforma on line di industriali e albergatori, 1/2/2016 > link
[13] Alto Adige Innovazione, Aeroporto, il forum si scalda: 170mila visite e mille domande in 6 settimane, 14/3/2016 > link
[14] Fly Bolzano, chi siamo > link
[15] Il Giorno dell’Alto Adige, Aeroporto di Bolzano: i punti di vista sull’attuale situazione e le possibili soluzioni di alcuni nostri politici, 31/12/2014 > link
[16] Alto Adige, Il Tar blocca i lavori per l’ampiamento dell’aeroporto di Bolzano, 9/8/2013 > link
[17] Alto Adige, Aeroporto: accolti i ricorsi, Provincia sconfitta al Tar, 2/9/14 > link
[18] Canali, B., Aeroporto, una scuola come risarcimento, Alto Adige, 28/12/14 > link
[19] Alto Adige, "Bugiardo d'oro": Kompatscher si arrabbia con il Dachverband per la questione aeroporto, 16/2/15 > link
[20] Frangipane, V., Legittimo l’ampliamento della pista dell’aeroporto, Alto Adige, 14/6/15 > link
[21] Bona, M., Aeroporto, il 70 per cento è contrario al rilancio, Alto Adige, 28/12/16 > link
[22] Bona, M., Aeroporto, è pressing su Kompatscher, Alto Adige, 30/6/15 > link
[23] Giunta provinciale di Bolzano, Disegno di legge, Norme sull’aeroporto, 20/10/15 > link
[24] Consiglio provinciale di Bolzano, Lavori Consiglio: Opuscolo per il referendum sull’aeroporto, 4/3/16 > link
[25] Consiglio provinciale di Bolzano, Opuscoli informativi per il referendum consultivi sull’aeroporto del 12 giugno 2016, maggio 2016 - Nein! No! > link; Ja! Sì! > link
[26] Provincia di Bolzano, Referendum provinciale 2016, norme sull’aeroporto, risultati, 2016 > link
[27] Provincia di Bolzano, Referendum: risultato netto, rispettare il volere degli elettori, News, 13/6/16 > link
[28] Bona, M., Sardegna, da Bolzano charter anche alla domenica, Alto Adige, 12/1/17 > link