Dati

Questioni generali
Pianificazione & Sviluppo
Posizione
via Scarincio 15
Imperia
18100
Italy
Ambito di influenza
Città
File
switch imperia.jpg
switch imperia.jpg
Data di inizio
Data di fine
In corso
No
Numero totale di partecipanti
120
Facilitatori
Faccia a faccia, Online o Entrambi
faccia a faccia
Metodi decisionali
Accordo generale/Consenso
Comunicazione dei risultati e delle conoscenze ottenute.
Relazione pubblica
Audizioni/riunioni pubbliche
Personale

CASO

Switch. Riuso di spazi in abbandono. Nuove idee per cambiare prospettiva [Switch. Reusing abandoned places. New ideas to change perspectives]

3 novembre 2020 alexmengozzi
12 febbraio 2020 Alanna Scott, Participedia Team
3 febbraio 2018 alexmengozzi
Questioni generali
Pianificazione & Sviluppo
Posizione
via Scarincio 15
Imperia
18100
Italy
Ambito di influenza
Città
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In corso
No
Numero totale di partecipanti
120
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Problemi e scopi

“Switch è un progetto sperimentale promosso dall’Ordine Architetti della provincia di Imperia per rigenerare il patrimonio dismesso della Liguria attraverso il riuso temporaneo dei beni e la partecipazione attiva dei territori locali. L’idea di SWITCH nasce dalla consapevolezza che un vero cambiamento culturale per rigenerare le città e innescare nuove forme di economia può arrivare solo attraverso la Collaborazione, la Contaminazione reciproca e la Condivisione delle scelte” (Link 1 - Metodo di lavoro).

Il riuso temporaneo e/o permanente dei beni immobili in abbandono sarebbe un modo per recuperare il patrimonio immobiliare senza consumo di suolo e bilancerebbe la scarsa flessibilità che hanno le iniziative di investimento in questo settore. Lo stesso coinvolgimento delle comunità, stimolandole alla partecipazione attiva, consentirebbe di intercettare le competenze e la creatività dei territori (Ib.).

Storia e geografia

Imperia è una città ligure di 42.300 abitanti, capoluogo di provincia, nata nel 1923 dall’accorpamento amministrativo dei comuni di Oneglia e Porto Maurizio. Quest’ultimo è stato un importante scalo portuale nel passato, grazie alla fiorente produzione olearia e della pasta. Queste attività hanno subito una trasformazione tecnologica, per cui l’ex-deposito doganale S.A.L.S.O. (Società Anonima Ligure Stabilimenti Oleari), che si trova sul fronte portuale di Porto Maurizio dove venivano stoccati gli oli da inviare alle varie destinazioni marittime, ha cessato la propria attività nel 2008, già in concessione dal 1906 dal Demanio Marittimo dello Stato. Risalente al 1850, almeno dal 1886 risulta come “nella sua attuale conformazione planimetrica e destinazione a porto franco”, ossia un’area, a fini fiscali, extra-doganale. L’edificio occupa una superficie di circa 3.500 mq e detiene una capacità di stoccaggio di oli vegetali di 800.000 kg in silos di acciaio inox fuori terra e di circa un milione di kg in vasche di stoccaggio piastrellate interrate, profonde 4 metri, nonché 2.300 mq di deposito merci di varia natura imballate [1]. L’Ordine degli Architetti di Imperia, ideatore del progetto di riuso temporaneo, ha avviato un dialogo e condiviso con l’Amministrazione comunale, di concerto con l’Ufficio Porti e Demanio, l’intento di fare dell’immobile ex-SALSO un primo luogo di sperimentazione di rigenerazione urbana partecipativa ed ha avviato il percorso, nel luglio 2016 (Farné, Sintesi attività, p.4).

L’amministrazione di Imperia è sempre stata una roccaforte di destra, dove prevalevano i voti delle coalizioni di centro-destra. Tuttavia nel 2013, la coalizione di centro-sinistra (PD e tre liste civiche) guidata da Carlo Capacci ha ottenuto la maggioranza, sull’avversario Annoni (PdL, Lega Nord e liste civiche), al primo turno con il 46,8% e al ballottaggio con il 76%. Anche la coalizione SEL-RC (11,24%) e il M5S (8,60%) hanno ottenuto un consigliere ciascuno. Nel programma di Capacci non si parla di partecipazione pubblica ma al massimo di coinvolgimento delle associazioni di volontariato per la gestione di alcuni servizi di welfare [2].

Soggetti promotori e finanziatori

Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Imperia, è ufficialmente l’ideatore e promotore del percorso, nelle persone di G. Panebianco (presidente) con il contributo degli altri otto componenti del Consiglio.

Elena Farné si è occupata dello sviluppo e del coordinamento del percorso partecipativo e con Panebianco del coordinamento generale. Hanno affiancato l’arch. Farné un cospicuo numero di colleghi, professionisti e imprese, per la facilitazione dei gruppi, gli allestimenti, la comunicazione, il laboratorio di auto-costruzione, il fundraising, analisi normativa e tecnica, le videoriprese, la fotografia.

Il Comune di Imperia figura come il principale collaboratore del progetto, in particolare nell’individuazione del bene immobile sul quale attivare la sperimentazione.

Molte le manifestazioni di patrocinio ricevute, tra cui la Regione Liguria, la Provincia di Imperia, la Camera di Commercio della Liguria, le organizzazioni di categoria, gli Ordini professionali, Anci Liguria. Numerosi e importanti anche gli sponsor: Confindustria Imperia, banche e imprese locali.

Non sono disponibili informazioni sull’entità dei costi sostenuti e dei contributi ricevuti da sponsor e comune.

Selezione dei partecipanti

Il coinvolgimento è avvenuto gradualmente e in un tempo di circa un anno.

Atto primo - 22/23 luglio 2016 - corso di aggiornamento professionale che ha visto la partecipazione di 22 architetti. Si è svolto presso la sede dell’Ordine degli Architetti ad Imperia. Il gruppo, nell’ambito del corso ha poi coinvolto con interviste e colloqui, alcuni referenti del Comune, delle autorità portuali e dell’Ufficio delle dogane. Si è formato così il gruppo di progetto Switch (link 1 - Fasi - Atto primo).

Atto secondo - 7-10 settembre 2016 - riapertura temporanea dell’ex-deposito Salso - evento aperto al pubblico in occasione della manifestazione “XXX raduno delle Vele d’Epoca d’Imperia”. In tale occasione sono stati attivati i canali di comunicazione pubblica: logo, sito web, social media, striscioni e totem, cartoline, brochure di invito, comunicati e conferenza stampa. Non c’è un numero stimato di partecipanti ma si dichiara che “La scelta del gruppo SWITCH di aprire il luogo, ripulirlo, allestirlo, illuminarlo e promuoverlo è stata premiante. Molti, tra i tanti visitatori, hanno mostrato interesse ad aderire al laboratorio di idee e diverse persone, associazioni, scuole ed imprese hanno contattato il gruppo SWITCH per collaborare” ( link 1 - Fasi - Atto secondo).

Atto terzo e atto quarto - 11-13 novembre 2016 / 18 febbraio / 24 maggio 2017 - Laboratori di idee. E’ stata un’iniziativa aperta a tutti gli interessati dove oltre alla possibilità di visitare gli spazi si è potuto assistere a tavole rotonde (sindaco, amministratori pubblici, promotori, esperti) sul tema della partecipazione e la rigenerazione urbana e al Laboratorio di idee strutturato con la metodologia OST. Per la partecipazione era necessario far pervenire agli organizzatori una manifestazione di interesse rispetto all’uso temporaneo del bene, con informazioni relative alle proprie competenze e curiosità. I posti erano limitati a 99 e gli organizzatori avrebbero scelto arbitrariamente, nel caso il numero di richieste fosse stato superato, chi escludere. Non è stato riportato il numero dei partecipanti, ma dall’Instant report si può stimare una presenza di almeno 100 persone (tra cui molti esponenti di associazioni locali), compresi gli organizzatori e gli ospiti. Ai tavoli erano presenti facilitatori, architetti di Switch e alcuni esperti invitati che hanno avuto uno spazio dedicato per interventi conclusivi. Una tavola rotonda con gli amministratori (sindaco, vice-presidente CCIAA, presidente della Provincia, assessore regionale all’urbanistica, segretario ANCI, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti) chiudeva i primi incontri dei laboratori (Link 1 - Laboratorio d’idee).

Metodi e strumenti

L’ Open Space Technology (OST) è un metodo di collaborazione che si tiene in incontri di varia durata (da mezza giornata a 2-3 giorni) e può coinvolgere poche persone come alcune migliaia. Si fonda sulle capacità auto-organizzative dei gruppi, aggregati sulla base di interessi e stimoli, lanciati dai partecipanti stessi. La prima fase é plenaria, introdotta dalla domanda generale (preparata dai conduttori) e dalla sollecitazione ai partecipanti ad esporre temi di discussione, sinteticamente e con una breve esposizione. Le proposte vengono raccolte nella bacheca dell’OST alla quale poi tutti i partecipanti possono iscriversi. Dopodiché si passa al lavoro nei gruppi. I partecipanti vengono incoraggiati a comportarsi nella maniera più libera possibile da schemi ed etichette. Una regola è la massima libertà di movimento, da un gruppo all’altro, inoltre è prevista la possibilità di isolarsi (senza essere considerato eccentrico) o andarsene al buffet quando si vuole e magari lì incontrarsi con altri. Per ogni gruppo si chiede un verbale sintetico auto-prodotto. Nel caso di Imperia nei tavoli creati spontaneamente si aggregavano gli architetti-facilitatori del gruppo Switch e gli ospiti esperti.

Deliberazione, decisioni e interazione con il pubblico

Il percorso si è sviluppato progressivamente ed è stato avviato da un corso di aggiornamento professionale sulle metodologie partecipative riservato agli architetti.

Atto primo - 22/23 luglio - Il progetto è partito come un’offerta formativa per l’aggiornamento professionale degli architetti del territorio: 22 architetti hanno partecipato, presso la sede dell’Ordine, hanno partecipato a:

  • lezioni e interventi frontali sul riuso in Italia e le metodologie di partecipazione;
  • un sopralluogo all’ex-S.A.L.S.O.;
  • un debriefing sulla mappatura degli attori da coinvolgere e le attività di lancio dell’iniziativa;
  • un OST per la stesura di un piano di azioni per organizzare e promuovere un evento di progettazione aperto alla collettività proprio attraverso il metodo dell’OST.

A conclusione dell’OST è stato elaborato il piano d’azione e si è formato il nutrito gruppo di lavoro Switch, coordinato dal presidente dell’Ordine e da Elena Farné. Ne è seguita l’organizzazione per il successivo atto, sono stati presi contatti con il Comune e le Autorità portuali e doganali ed è stato allestito, grazie al lavoro effettivo dei componenti del gruppo, di alcuni sponsor e aziende locali, lo spazio dell’ex-deposito per la fruizione parziale e temporanea del pubblico (Farné, p. 8).

Atto secondo - 7/10 settembre 2017 - Apertura dell’ex-Salso e lancio del progetto Switch, in occasione della manifestazione “Vele d’Epoca d’Imperia”. Si terrà una passeggiata guidata, una mostra fotografica, anche per rendere visibili gli spazi ancora inaccessibili e un incontro di dialogo informale in cui sono stati presentati casi di riuso di edifici in abbandono in Italia e in Europa (Link 1 - Fasi - Atto secondo). Il gruppo Switch rilevato un alto interesse del pubblico per il progetto prosegue nella progettazione dei laboratori di idee che vedranno il coinvolgimento della comunità.

Atto terzo - 11-13 novembre 2016 / 18 febbraio - “La comunità progetta - Le idee per la Salso”. Sempre all’ex-Salso, questa volta ancora meglio allestita, viene organizzato un primo OST (dal quale emergeranno 19 proposte), articolato in 3 cicli di incontri e con tavole rotonde di esperti e amministratori in apertura e chiusura. I facilitatori hanno estrapolato 7 aree di lavoro (Farné, p. 12):

  1. Cibo: cultura e produzione.
  2. Socialità: cura della comunità.
  3. Cultura e arte: innovazione e creatività̀.
  4. Lavoro: economia circolare e collaborativa.
  5. Turismo: destagionalizzazione.
  6. Mare: cultura e saperi.
  7. Formazione: sviluppare competenze e saperi

I progetti sono illustrati nell’Instant Report già in forma sintetica e non ci sono i verbali originari, tuttavia sembrano riportati esaurientemente (Switch, 2016, Instant report 1). Sul primo tema, ad esempio, ci sono stati 3 gruppi di lavoro (circa 15 persone in totale coinvolte): Salso a Km Zero (proposto dal rappresentante di Coldiretti); Social market e farmer market (proposto dal rappresentante del Rotary Club); La memoria domestica “serve” a tavola (proposto da una cittadina). Quest’ultima idea si prefiggeva l’obiettivo di proteggere e promuovere la memoria della cucina di casa del territorio e portarla fuori casa. Si rivolge ai cittadini e ai turisti. L’azione consiste nel “recuperare il materiale (ricette, nomi e cognomi, tradizioni), affiancare al proprietario della conoscenza un “erede” che porti avanti la conoscenza e possa sfruttarla come occasione di inserimento didattico/occupazionale, socio-culturale e realizzare una cucina per dar vita alle ricette / uno spazio per somministrare” (ib., p. 16). Oltre ai partner da coinvolgere seguono gli spazi necessari, le relazioni con il contesto, chi lo gestisce (Associazione AD Lab in collaborazione con altre associazioni e cooperative), tempi e risorse, gli impegni concreti a partire dall’OST a breve termine (laboratorio, orto botanico, somministrazione, eventi collegati all’enogastronomia) e a medio termine (stabilizzare l’idea in ottica di presidio della cucina di casa del territorio, somministrazione) (Ib.).

Seguirà un periodo di elaborazione, presa di contatti, approfondimenti tecnici e normativi e un secondo OST (18 febbraio 2017) di accorpamento e definizione dei progetti da quale si concretizzeranno 17 proposte fattibili. Secondo le regole stabilite dagli organizzatori a questo OST potevano accedere solo coloro che avevano già partecipato al primo OST. Tuttavia si rileva che, proprio sul tema 1, quello qui indagato più attentamente, si inseriscono con un’altra importante proposta “Il biologico, istruzioni per l’uso” anche un rappresentante di AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) Liguria e altre aggregazioni. In questo secondo laboratorio, i partecipanti sono molti meno, in alcuni tavoli c’è il solo proponente, in altri pochi di più, si stimano due dozzine di persone. I progetti comunque vengono meglio dettagliati e prendono forma, i proponenti e gli aderenti prendono impegni per portarli avanti e realizzarli. Tornando all’esempio della cucina di casa, viene definito l’obiettivo di realizzare un laboratorio di conoscenza dei prodotti del territorio e della cucina della tradizione, in concomitanza con il mercatino a Km Zero di Coldiretti, ci sono sponsor, servono l’Ala nord e la corte centrale dell’ex-deposito, attrezzature da cucina, arredi, tavoli, gazebo per gli spazi esterni, le risorse umane sono i volontari dell’associazione e la Coldiretti per i prodotti, si richiede un giorno pieno compreso montaggio e smontaggio degli allestimenti e vengono indicate le 5 date di eventi intitolati “La cucina ligure, laboratorio di cucina” (Switch, 2017a, Instant Report 2, p. 10).

Le idee, tramite incoraggiamenti alla collaborazione e alle relazioni informali, si sono leggermente condensate in 17 proposte (Farné, p. 12-18). A supporto del gruppo di lavoro sono stati organizzati degli incontri tra il gruppo Switch e i proponenti per approfondire i singoli aspetti della propria proposta. Inoltre, “In parallelo all’attività di partecipazione vera e propria, il gruppo Switch ha condiviso un percorso con l’Amministrazione comunale, l’Ufficio del Demanio Marittimo di Imperia e l’Agenzia delle Dogane volto a costruire la richiesta di concessione temporanea della ex-Salso” (Farné, p. 18). Ne è seguito un approfondimento sulla complessa normativa tecnica relativa all’uso temporaneo e ai vincoli d’uso dell’immobile che ne limitano la fruibilità.

Atto quarto - 5/6 maggio 2017 - La comunità sperimenta. E’ stato redatto e presentato pubblicamente un report (Switch 2017b, Report 3) in cui si è condensato il lavoro del gruppo Switch in materia di disegno e funzionalizzazione, organizzazione degli eventi proposti e razionalizzazione per le esigenze degli utilizzatori di: spazi, attrezzature, accessi, servizi, requisiti, normative, tempi e date nonché le regole e i criteri di selezione per i soggetti che vogliano aderire alle iniziative (prevedendo, tra gli altri, una premialità in termini di esperienza acquisita anche ai soggetti che hanno partecipato al processo). Ne è emerso un report organizzativo (con un calendario di eventi) e un documento di sintesi per il decisore che può e dovrebbe utilizzarlo per programmare la prima campagna d’uso temporaneo dell’immobile da giugno a fine 2017 (Ib.).

Influenza, risultati ed effetti

Dalla rassegna stampa monitorata sul sito del progetto Switch (link 1 - Stampa) emerge che effettivamente le iniziative sono partite e sono state in gran parte realizzate. Ciò ha comportato lo smantellamento dei silos e di altri impianti non idonei ad una fruizione pubblica sicura, oltre al rinnovamento di impianti e spazi e all'allestimento generale (Switch, 2017b). Il primo evento che si è tenuto il 3 giugno 2017 è “Biologico. Istruzioni per l’uso” con incontri su funzionamento della certificazione, controlli, garanzie al consumatore e mercatino di prodotti, incontri e testimonianze con i produttori, tavoli tematici e workshop dedicati all’olivicultura [3]. Seguono molte altre iniziative corrispondenti ai progetti programmati ma non tutti quelli in calendario sono stati rilevati: ad esempio quello sulla cucina di casa non è mai menzionato. L’uso del bene è gratuito ma i costi delle iniziative sono a carico degli utilizzatori. Il gruppo Switch era a disposizione per il supporto nell’allestimento e nella comunicazione. Il progetto ha partecipato alla Biennale dello Spazi Pubblico ed ha ottenuto il patrocinio dalla stessa, oltre a molte citazioni e riconoscimenti dalla stampa specializzata e da quella locale, tradizionale e online (Link 1 - Stampa).

Analisi e lezioni apprese

Sulla comunicazione, va rilevato il ripagato impegno nel costruire un processo sostenuto da un ampia schiera di attori consistenti (tra cui anche molte imprese commerciali) sia come competenze che come dotazione di risorse, in un tempo ragionevole - visto l’obiettivo: risultati piuttosto rari in Italia. Grande attenzione nell’allestimento degli spazi e nella cura dell’immagine e della comunicazione sicuramente in questo caso hanno inciso nello stimolare una ampia e determinata partecipazione.

D’altro canto la totale assenza di rendicontazione finanziaria dell’iniziativa mette in evidenza una scarsa trasparenza, così come nelle modalità di affidamento “implicito” dell’incarico al promotore.

La scelta di una governance verticale leggera e uno strumento aperto, informale e flessibile come l’OST ha permesso un’attivazione dal basso spontanea e convinta, ma non del tutto rigorosamente regolata nell’accesso, nonostante gli intenti forse un po’ troppo rigidi, poco inclusivi (vista la burocratizzazione delle domande formali da far pervenire tempo prima della partecipazione all’OST) e anche qui poco trasparenti. Sulla condivisione del percorso con gli altri attori territoriali non si sono spesi particolari sforzi, se non verso quelli commerciali (sponsor). I passaggi infatti hanno dato per scontata la programmazione dei percorsi e degli strumenti da utilizzare, sono stati presentati come una conoscenza nuova, qualcosa di cui c’é necessità di formazione e questa proveniva proprio dagli organizzatori del processo stesso. Gli attori coinvolti nell’organizzazione del percorso hanno svolto più che altro una funzione di servizio nell’allestimento più che di controllo dell’imparzialità, della trasparenza, della rappresentatività.

La rappresentatività dell’operazione non è stata incrementata con il coinvolgimento del pubblico generale, in particolare nelle fasi conclusive. In parte questa scelta è spiegabile per il semplice fatto che gli esiti stessi riguardavano iniziative pubbliche e di coinvolgimento della comunità. Nonostante ciò ottenere un maggiore riscontro dal pubblico generale nelle fasi conclusive avrebbe potuto rafforzare la validazione di tutto il percorso e avvicinare con un contatto diretto e informale un maggior numero di persone agli strumenti partecipativi e al progetto. Infine, mirati strumenti di rilevazione quantitativa (questionari, interviste brevi, sondaggi) avrebbero potuto fornire risposte più mirate al gradimento delle proposte elaborate, perfezionarne la fattibilità e la programmazione, anche ex-post.

Fonti secondarie

Farné, E. (2017), Verso il riuso temporaneo. Sintesi attività Progetto Switch, atto quarto, Report, 24/5 > https://www.progettoswitch.it/wp-content/uploads/2016/10/Report_Sintesi_Switch_24_maggio.pdf (ril. 2/2/18).

Switch (2016), Instant Report 1, La Comunità progetta, Laboratorio di idee per il riuso della ex-Salso, 11/12 novembre > https://www.progettoswitch.it/wp-content/uploads/2016/10/INSTANT_REPORT_SWITCH_12-11-2016_DEFINITIVO.compressed-min.pdf (ril. 2/2/18).

Switch (2017a), Instant Report 2, Proposte di riuso temporaneo, indirizzate alla proprietà dell’edificio e all’amministrazione comunale, 18 febbraio > https://www.progettoswitch.it/wp-content/uploads/2016/10/02_PROPOSTE-TEMPORANEE-INSTANT-REPORT-18.02.2017_V01.pdf (ril. 2/2/18).

Switch (2017b) Report 3, La comunità sperimenta. Le proposte d’uso della ex-Salso. Atto quarto > https://www.progettoswitch.it/wp-content/uploads/2016/10/Report_Finale_Switch_Progetti_Versione_24_maggio.pdf (ril. 2/2/18).

Link

  1. switch - Riuso di spazi in abbandono. Nuove idee per cambiare prospettiva > https://www.progettoswitch.it (ril. 2/2/18).

Note

[1] ex-salso. Il deposito franco di Porto Maurizio. Primo caso di riuso temporaneo in Liguria > https://www.progettoswitch.it/wp-content/uploads/2016/10/cartolina-3.compressed.pdf (ril. 2/2/18).

[2] Il vento nuovo di Imperia, Programma della coalizione che sostiene Carlo Capacci nuovo sindaco di Imperia > https://www.slideshare.net/stylus81/programma-elettorale-di-carlo-capacci-per-imperia-2013 (ril. 2/2/18).

[3] 3 giugno 2017 - Rinasce il deposito ex Salso > https://www.progettoswitch.it/3-giugno-2017-rinasce-il-deposito-ex-salso/ (ril. 2/2/18).