Nel 2014 la Giunta Regionale della Sardegna ha approvato il progetto di ricerca finalizzato alla individuazione a analisi dei paesaggi rurali secondo le attuali esigenze, anche in relazione a programmi operativi di sviluppo, atti di pianificazione comunale e piani di settore.
Problemi e scopo
Con la Deliberazione n. 39/18 del 10 ottobre 2014 la Giunta Regionale ha approvato il progetto di ricerca finalizzato alla definizione e attuazione di una serie di azioni che soddisfino la necessità di analizzare e individuare i paesaggi rurali secondo le attuali esigenze, anche in relazione a programmi operativi di sviluppo, atti di pianificazione comunale e piani di settore.
Il progetto è ispirato a principi quali: “il contenimento dell’uso di suolo” e “la salvaguardia del territorio rurale".
Le Deliberazione n. 39/18 da dunque avvio alla ricerca scientifica, analitica e propositiva sull'identificazione dei paesaggi rurali, con l’obiettivo di salvaguardarli, di preservarne l’identità e le peculiarità e, non da ultimo, di supportare le strutture regionali impegnate nella attività di pianificazione paesaggistica e di verifica della sua attuazione a livello locale.
Nel mese di dicembre del 2016 la Giunta Regionale ha approvato con la Deliberazione n. 65/13, i risultati del progetto di ricerca coordinata dall'Osservatorio del Paesaggio.
Il 27 novembre 2017 la DGR n. 45/19 dà mandato alla Struttura regionale affinché proceda al completamento del progetto di ricerca per la conoscenza ed identificazione dei paesaggi rurali.
Storia e contesto di sfondo
L’Osservatorio della pianificazione urbanistica e della qualità del paesaggio, istituito con la D.G.R. 50/22 del 5 dicembre 2006 e in base alle indicazioni della L.R. 8/2004, si concretizza a seguito di quanto indicato dalla Convenzione Europea del Paesaggio che rivolge un invito ai Governi Locali affinché si impegnino sul fronte del paesaggio per intraprendere ricerche e studi finalizzati alla individuazione dei paesaggi e ad analizzarne le specificità. In base alla Convenzione l’impegno deve essere distribuito fra i vari livelli di governo, da quella nazionale a quella locale, inserendo la percezione delle popolazioni come innovativo e fondamentale elemento di conoscenza dei contenuti e dei paesaggi del territorio, così da da analizzarne più efficacemente le caratteristiche, le dinamiche e le pressioni che li modificano, seguirne le trasformazioni e valutare i paesaggi individuati.[2]
La D.G.R. n. 45/19 del 27 novembre 2017 ha dato mandato alla Struttura regionale affinché proceda al completamento del progetto ricerca per la conoscenza ed identificazione dei paesaggi rurali finalizzandola al riconoscimento delle componenti storiche, culturali ed insediative dei paesaggi rurali, secondo le modalità attuative individuate nelle precedenti Deliberazioni G.R. n. 39/18 del 10.10.2014 e n. 36/9 del 14.07.2015.[1]
La delibera 45/19 prevede oltre al coinvolgimento dei Dipartimenti di Ingegneria Civile, Ambientale ed Architettura e di Scienze Sociali dell’Università di Cagliari e del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, il coinvolgimento dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico per gli aspetti immateriali della cultura antica anche quello dell’ANCI, al fine di promuovere e incoraggiare la partecipazione attiva degli enti locali, delle comunità e dei singoli cittadini alla fase di programmazione e ricerca.
Questo processo partecipativo è stato strutturato attraverso un percorso di ascolto degli amministratori e tecnici degli Enti locali della Sardegna, delle comunità locali e dei portatori di interesse che attivamente partecipano alla fase decisionale ed è volto ad affiancare il progetto di ricerca delle Università finalizzato al riconoscimento dei caratteri storici, culturali, insediativi dei paesaggi rurali della Sardegna, così da ampliare la conoscenza di sfondo dei paesaggi, utile per il governo dei territori riconosciuti di rilevante interesse per la collettività, secondo un programma di incontri territoriali.[1]
Entità organizzative, di supporto e finanziatrici
Regione Autonoma della Sardegna - Osservatorio del paesaggio è il coordinatore del progetto. Rientrano nelle sue funzioni infatti le attività di studio e ricerca e controllo inerenti il monitoraggio sulla qualità del paesaggio, individuando i fattori che ne determinano e condizionano la trasformazione. Esso fa capo alla Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia che a sua volta fa capo all'Assessorato degli enti locali, finanze e urbanistica.Il servizio contempla 8 collaboratori.
La Direzione generale della Pianificazione Urbanistica Territoriale e della Vigilanza Edilizia ha provveduto alla stipula di appositi accordi di collaborazione istituzionale con:
- Università degli studi di Cagliari, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura (DICAAR) e di Scienze Sociali e delle Istituzioni (DISSI).
- Università di Sassari, Dipartimento di Scienze della natura e del territorio (Dip Net) e Dipartimento di Agraria (DiA)
La Giunta ha anche deliberato di coinvolgere nelle attività di ricerca l'Istituto Superiore Etnografico Regionale (ISRE) arricchendo lo studio con il quadro delle relazioni intercorse nei secoli tra la popolazione e i paesaggi.
Ha collaborato anche l’agenzia regionale FORESTAS, istituita con la legge regionale forestale del 2017, ha come scopo lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio forestale e faunistico del territorio regionale , nonché la creazione e diffusione di una cultura che contempli valori naturalistici, storici e culturali propri della Sardegna e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni italiani). [1]
Selezione e reclutamento dei partecipanti
Incontri pubblici. Sono stati organizzati 10 incontri distribuiti su tutto il territorio della regione, dal 23/7/2018 al 17/12/2018. Degli incontri è disponibile l’invito, con il programma. Gli incontri iniziavano alle ore 10:00 presso sale comunali o sale convegni di centri civici. L’invito via lettera formale è stato inviato a tutti i sindaci e amministratori, ai presidenti dei GAL (Leader UE), ai responsabili degli uffici tecnici, degli uffici ambiente, alla rete delle professioni tecniche, agli ordini professionali e “ai portatori di interesse tutti” (Link 1 - Florinas, invito). Firmati dall’assessore Cristiano Erriu. Dal programma si evince che dopo la registrazione si assisteva all’introduzione (curata dall’Osservatorio), ai saluti istituzionali di assessore regionale e dal presidente dell’ANCI, 4 o 5 interventi programmati dei professori delle università coinvolte. Dalle 11:45 alle 13:00 si sarebbe aperto un dibattito a interventi liberi. [1]
Non sono disponibili resoconti, verbali o statistiche sulla partecipazione agli eventi.
Metodi e strumenti usati
Incontri pubblici. Si tratta di classiche conferenze con più relatori, e prevalenza di addetti ai lavori, autorità e attori, nel pubblico. Alla fine degli interventi, di solito supportati da slide, rimane una frazione del tempo per interventi liberi. In questo caso, circa un’ora su 3 ore e trenta minuti.
Cosa è successo: processo, interazione e partecipazione
Dopo una fase di studio compilata in proprio dai ricercatori di varie discipline riguardanti il paesaggio rurale della Sardegna, quindi agraria, pianificazione territoriale, ingegneria e architettura, scienze sociali e politiche, etnografia, storia e tecniche forestali, sono state organizzati diversi incontri pubblici, di presentazione dei lavori svolti, aperti anche al dibattito. Tuttavia non sono disponibili resoconti parziali o definitivi sull’aspetto partecipativo, che pur essendo contemplato e dichiarato, non è stato rendicontato.
Tale contributo partecipativo avrebbe dovuto fornire una completezza al quadro elaborato, e offerto spunti di intervento finalizzati alla identificazione e tutela del paesaggio come valore strategico per l’ampliamento delle funzioni dell’azienda agricola, dell’abitare rurale, del turismo; trasformando un’esternalità positiva, cioè la produzione di valori paesaggistici, in un obiettivo consapevole. Per questo, sostiene il prof. Meloni, e la dott.sa Erika Sois del DISSA, che servirebbe un patto tra comunità custodi, agricoltori multifunzionali, operatori del territorio a vario titolo, al fine di esplicitare questo valore, rendendone consapevoli gli attori e trovare vantaggi nel migliorarne la qualità e i modi di vita delle popolazioni [3].
Influenza, risultati ed effetti
Non è affatto chiaro quanto i contributi partecipativi abbiano apportato allo studio, anche perché non è possibile rilevarne l’esistenza. E’ disponibile il dossier soltanto relativo alla prima fase geomorfologica, geografica, economica-fisica e non ci sono conclusioni relativi alla seconda parte, nonostante sia passato ormai un anno dall’ultimo incontro. Non vengono date spiegazioni sulle conclusioni o eventuali interruzioni del progetto.
Analisi e lezioni apprese
Senza continuità nella comunicazione e dunque trasparenza è possibile parlare di partecipazione?
Vedere anche
Riferimenti
[1] Regione Sardegna, Osservatorio paesaggio, progetto paesaggi rurali, http://www.sardegnaterritorio.it/j/v/2420?s=46&v=9&c=14332&es=6603&tb=14307&esp=1&b=1 (ril. 14/11/19).
[2] Regione Sardegna, Osservatorio paesaggio, http://www.sardegnaterritorio.it/j/v/2419?s=46&v=9&c=14308&na=1&n=10&tb=14307&esp=1&b=1 (ril. 14/11/19).
[3] Meloni, B., Sois, E., Paesaggi rurali della Sardegna, Processo partecipativo, presentazione del 27/9/18, Villanovaforru, http://www.sardegnaterritorio.it/documenti/46_649_20181005115850.pdf (ril. 14/11/19).