Dati

Questioni generali
Pianificazione & Sviluppo
Energia
Ambiente
Argomenti specifici
Smaltimento dei rifiuti
Localizzazione impianti energetici e trasmissione elettrica
Qualità dell'aria
Raccolte
Istituzionalizzazione toscana della partecipazione e deliberazione pubblica
Posizione
23 Via dell acquedotto
Barga
Toscana
55051
Italia
Ambito di influenza
Regionale
Collegamenti
pagine dedicate Tutti nella stessa Barga di Open Toscana
Data di inizio
Data di fine
In corso
No
Tempo limitato o ripetuto?
Un unico periodo di tempo definito
Scopo/Obiettivo
Sviluppare le capacità civiche di individui, comunità e/o organizzazioni della società civile
Prendere, influenzare o contestare le decisioni delle organizzazioni private
Prendere, influenzare o contestare le decisioni del governo e degli enti pubblici
Approccio
Co-governance
Costruzione della cittadinanza
Scala della partecipazione pubblica
Collaborare
Numero totale di partecipanti
250
Aperto a tutti o Limitato ad alcuni?
Misto
Metodo di reclutamento per sottoinsieme limitato della popolazione
Campione casuale stratificato
Demografia dei destinatari (del target)
Organizzazioni degli Stakeholder
Esperti
Tipi generali di metodi
Processo deliberativo e dialogico
Legalità
Facilitatori
Formazione dei facilitatori
Facilitatori professionisti
Faccia a faccia, Online o Entrambi
faccia a faccia
Tipi di interazione tra i partecipanti
Discussione, dialogo o deliberazione
Informazioni e risorse per l'apprendimento
Presentazioni di esperti
Materiali scritti di sintesi
Metodi decisionali
Generazione di idee
Accordo generale/Consenso
Se si vota
Decisione unanime
Pluralità
Comunicazione dei risultati e delle conoscenze ottenute.
Audizioni/riunioni pubbliche
Nuovi media
Organizzatore/manager principale
Matteo Garzella
Tipo di Organizzatore/Manager
Attività a scopo di lucro
Finanziatore
Regione Toscana
Tipo di finanziatore
Governo regionale
Personale
Volontari
Evidenze empiriche relative all'impatto
Tipi di cambiamento
Cambiamenti nelle capacità civiche
Cambiamenti nelle conoscenze, negli atteggiamenti e nel comportamento delle persone
Cambiamenti nelle politiche pubbliche
Autori del cambiamento
Pubblico laico
Organizzazioni degli stakeholder
Esperti
Valutazione formale
Collegamenti al rapporto di valutazione
Il sondaggio di valutazione richiesto dall'Autorità PP Toscana (in fondo al documento di Sintesi del processo)

CASO

Tutti nella stessa Barga

8 novembre 2020 Jaskiran Gakhal, Participedia Team
3 novembre 2020 alexmengozzi
15 agosto 2020 alexmengozzi
14 agosto 2020 alexmengozzi
Questioni generali
Pianificazione & Sviluppo
Energia
Ambiente
Argomenti specifici
Smaltimento dei rifiuti
Localizzazione impianti energetici e trasmissione elettrica
Qualità dell'aria
Raccolte
Istituzionalizzazione toscana della partecipazione e deliberazione pubblica
Posizione
23 Via dell acquedotto
Barga
Toscana
55051
Italia
Ambito di influenza
Regionale
Collegamenti
pagine dedicate Tutti nella stessa Barga di Open Toscana
Data di inizio
Data di fine
In corso
No
Tempo limitato o ripetuto?
Un unico periodo di tempo definito
Scopo/Obiettivo
Sviluppare le capacità civiche di individui, comunità e/o organizzazioni della società civile
Prendere, influenzare o contestare le decisioni delle organizzazioni private
Prendere, influenzare o contestare le decisioni del governo e degli enti pubblici
Approccio
Co-governance
Costruzione della cittadinanza
Scala della partecipazione pubblica
Collaborare
Numero totale di partecipanti
250
Aperto a tutti o Limitato ad alcuni?
Misto
Metodo di reclutamento per sottoinsieme limitato della popolazione
Campione casuale stratificato
Demografia dei destinatari (del target)
Organizzazioni degli Stakeholder
Esperti
Tipi generali di metodi
Processo deliberativo e dialogico
Legalità
Facilitatori
Formazione dei facilitatori
Facilitatori professionisti
Faccia a faccia, Online o Entrambi
faccia a faccia
Tipi di interazione tra i partecipanti
Discussione, dialogo o deliberazione
Informazioni e risorse per l'apprendimento
Presentazioni di esperti
Materiali scritti di sintesi
Metodi decisionali
Generazione di idee
Accordo generale/Consenso
Se si vota
Decisione unanime
Pluralità
Comunicazione dei risultati e delle conoscenze ottenute.
Audizioni/riunioni pubbliche
Nuovi media
Organizzatore/manager principale
Matteo Garzella
Tipo di Organizzatore/Manager
Attività a scopo di lucro
Finanziatore
Regione Toscana
Tipo di finanziatore
Governo regionale
Personale
Volontari
Evidenze empiriche relative all'impatto
Tipi di cambiamento
Cambiamenti nelle capacità civiche
Cambiamenti nelle conoscenze, negli atteggiamenti e nel comportamento delle persone
Cambiamenti nelle politiche pubbliche
Autori del cambiamento
Pubblico laico
Organizzazioni degli stakeholder
Esperti
Valutazione formale
Collegamenti al rapporto di valutazione
Il sondaggio di valutazione richiesto dall'Autorità PP Toscana (in fondo al documento di Sintesi del processo)

Nella valle del Serchio, nei pressi del distretto cartario di Lucca, per esprimere un parere sulla proposta di costruzione di un gassificatore che utilizza gli scarti delle cartiere, un comitato di cittadini, in collaborazione con il Comune, promuove un processo di discussione pubblica al fine di fornire ai decisori un parere ponderato.

Problemi e scopo

KME Italy, è una multinazionale tedesca, nel suo stabilimento di Fornaci di Barga produce leghe (per monete) e superconduttori. L’azienda vuole costruire un pirogassificatore per produrre energia elettrica alimentato da scarti industriali che si trovano in abbondanza nella zona, in particolare lo scarto di pulper delle aziende del distretto cartario di Lucca.

Il Comitato Insieme per la Libellula, creato da “La Libellula, gruppo per l’ambiente / Valle del Serchio” come sua organizzazione formale insorta contro la proposta del pirogassificatore, ha promosso, in collaborazione con il Comune di Barga, un processo partecipativo con il sostegno della Regione Toscana (legge regionale 46/2013). 

L’obiettivo del processo era aprire una discussione civica, fornire pareri (non richiesti) ai decisori, in particolare alla Regione e agli enti che erano coinvolti nel procedimento autorizzativo già avviato. Questo percorso infatti si inserisce in un lungo periodo di confronto e protesta, avviato dal giugno 2017, quando il Consiglio comunale di Barga il 29/6 espresse il proprio parere negativo sulla proposta non ancora progettata, ma soltanto comunicata a pochi. 

Il percorso si sarebbe sviluppato secondo le seguenti fasi (Link 1):

Fase preparatoria

  • Costituzione del Comitato di garanzia.
  • Organizzazione di un’assemblea di presentazione del processo partecipativo.
  • Individuazione prima lista di stakeholder da intervistare.

Fase di outreach

  • Interviste in profondità ai principali stakeholder della comunità locale, per raccogliere un loro parere in merito al progetto di realizzazione dell’impianto di gassificazione.
  • Il Report sulle osservazioni raccolte servirà per pianificare la successiva fase deliberativa: verranno individuati i temi sui quali si concentrerà l’analisi e la discussione degli attori del processo partecipativo.

Fase di deliberazione pubblica

  • Coinvolgimento di 90 cittadini selezionati a campione. Quattro incontri condotti con la metodologia del World Café, scelta in quanto si ritiene particolarmente efficace nel consentire un libero e sereno confronto tra i partecipanti.
  • Partendo dalle interviste effettuate precedentemente, verrà individuato un tema per ciascuno incontro.
  • L’analisi preliminare ad ogni turno di discussione verrà condotta da un esperto della materia e gli attori del processo partecipativo discuteranno tra di loro, prima a piccoli gruppi poi tutti insieme, fino a elaborare in modo condiviso una serie di raccomandazioni.
  • Documento contenente le raccomandazioni dei cittadini in merito al progetto di realizzazione dell’impianto di gassificazione e alle sue alternative possibili, da trasmettere all’azienda KME Italy, alla Regione Toscana e al Comune di Barga per assumere le decisioni conseguenti.

Cronologia e contesto di sfondo

Il Comune di Barga è il principale centro della Media Valle del Serchio, tra la piana di Lucca e le montagne della Garfagnana. Conta 9.800 abitanti, manifestando una forte stabilità demografica secolare. 

Fornaci di Barga è una delle sue frazioni. “L'espansione maggiore della frazione avviene nel periodo bellico della prima guerra mondiale grazie all'insediarsi, nel 1915, di una sede della Società Metallurgica Italiana (SMI del Gruppo Orlando) che assume migliaia di persone. Da qui la costruzione di nuove case sia per gli operai che per gli impiegati e i dirigenti e quindi la vera nascita del paese di Fornaci. Ad oggi l'industria ha perso gran parte della sua vocazione bellica, ma si è specializzata nella lavorazione del rame e delle sue leghe. Nei primi anni di questo secolo, con l'avvento dell'euro, l'Europa Metalli LMI, oggi denominata Kme Group, ha iniziato la produzione delle monete, da qui la nuova denominazione «Fornaci: il paese dove nasce l'euro»”. [1]

La proposta dell’impianto di pirogassificazione emerge nella comunità di Barga nel primo semestre del 2017. Il 29/6 il Consiglio comunale si esprime sulle voci “non confermate e non smentite sulla possibile costruzione di un inceneritore presso lo stabilimento di Fornaci di Barga”. [2] 

L’analisi del contesto nell’indagine con interviste effettuata dal conduttore del processo.

La sintesi della descrizione del contesto è un prodotto stesso del processo: l’indagine svolta dal conduttore del processo, tramite 23 interviste in profondità a membri rappresentativi della comunità, selezionati con il metodo “a palla di neve”, partendo da 3 nominativi segnalati da ciascuno dei 4 membri del Comitato di Garanzia. La descrizione della situazione e i temi ricorrenti sono serviti per informare la popolazione, organizzare e individuare i temi da affrontare nella fase deliberativa.

“Lo stabilimento industriale di Fornaci di Barga, prima SMI oggi KME, ha avuto da sempre una grande importanza per la comunità locale. In passato rappresentava una delle principali fonti di lavoro per la popolazione e molti degli intervistati parlano dell’esistenza, soprattutto nel passato, di un rapporto affettivo che legava l’azienda alla cittadinanza”. [3]

“L’abitato di Fornaci di Barga si è sviluppato, negli anni, intorno all’azienda. Molti servizi, edifici pubblici e scolastici sono stati realizzati con il contributo determinante della vecchia proprietà aziendale. Molti intervistati sottolineano come la vecchia proprietà prestasse molta attenzione alla cura dei rapporti con la popolazione locale, atteggiamento che appare cambiato con il passaggio al nuovo assetto societario”. [4] “Negli ultimi decenni il numero di addetti allo stabilimento KME è notevolmente diminuito e anche il rapporto affettivo tra la fabbrica storica di Fornaci e la popolazione locale sembra essersi affievolito [...] In molti sostengono che lo stabilimento di Fornaci di Barga abbia sempre prodotto inquinamento [...] Solo in tempi recenti sembra essere cresciuta una maggiore attenzione da parte della popolazione nei confronti degli impatti del processo produttivo sull’ambiente circostante [...] È diffusa la speranza che la fabbrica continui ad operare sul territorio di Fornaci di Barga, in molti però chiedono garanzie per la salute dei cittadini [...] La notizia sembra essere stata diffusa in maniera poco trasparente e senza un adeguato, e per molti intervistati necessario, coinvolgimento dei cittadini. In sostanza sarebbero mancate occasioni di confronto ufficiali nella fase iniziale del processo decisionale. Molti degli intervistati sostengono che l’azienda non si sia fatta carico di informare adeguatamente la popolazione [...] Alcuni intervistati sostengono come anche le istituzioni locali non abbiano informato adeguatamente la popolazione, almeno nella fase iniziale del processo decisionale da cui sarebbe scaturita l’intenzione di proporre la realizzazione dell’impianto di gassificazione [...] Agli attivisti del movimento Insieme per la Libellula in particolare, e ai cittadini che si sono mobilitati in generale, viene riconosciuto, da molti, il merito di aver organizzato occasioni di confronto con la popolazione locale per discutere pubblicamente del progetto proposto dall’azienda. Questa mobilitazione civica avrebbe sopperito alla carenza di informazioni e alla mancanza di una discussione pubblica sulla vicenda [...] Gli intervistati sono ampiamente concordi sul fatto che, una volta diffusa la notizia riguardante l’intenzione dell’azienda di realizzare un impianto di gassificazione, la popolazione abbia reagito con forte allarme [...] C’è, tra gli intervistati, chi giudica le critiche mosse da un’ampia parte della comunità locale come reazioni non avvalorate da concrete minacce per il contesto nel quale l’impianto andrebbe a inserirsi. Anche tali posizioni, del tutto legittime, possono essere comunque collegate al tema della scarsa informazione che sarebbe mancata nel momento in cui si è iniziato a discutere del progetto aziendale: la mancanza di occasioni ufficiali nelle quali sarebbe stato possibile chiarire la natura dell’intervento proposto, avrebbe ulteriormente posto in allarme la popolazione [...] La vicenda ha provocato effetti negativi sull’unità della comunità locale. Da subito si sono radicalizzate le posizioni di quanti manifestavano preoccupazioni per il progetto (che verranno delineate successivamente), e quanti, invece, erano favorevoli alla sua realizzazione [...] La maggior parte degli intervistati sostiene come l’azienda abbia reagito alla protesta della popolazione locale dimostrandosi poco propensa al confronto. Anziché cercare – seppur in ritardo rispetto al processo decisionale che appariva ormai ampiamente sviluppato – occasioni di apertura e di dialogo nei confronti di quanti manifestavano le proprie critiche al progetto (cittadini, comitati, amministrazione comunale), l’azienda avrebbe ulteriormente inasprito gli animi intervenendo sulla stampa locale e dimostrandosi poco permeabile a comprendere le ragioni delle critiche mosse nei loro confronti [...] È opinione condivisa tra gli intervistati che gli amministratori dell’azienda abbiano sempre presentato il progetto dell’impianto di gassificazione come necessario al rilancio della produzione industriale, derivante dall’abbattimento del costo dell’approvvigionamento dell’energia elettrica [...] Negli ultimi anni – è opinione molto diffusa tra gli intervistati – il management di KME ha avanzato diverse proposte per garantire uno sviluppo della produzione e, soprattutto, per consentire il mantenimento dello stabilimento di Fornaci di Barga. Si sarebbero susseguite una serie di proposte, molto diversificate fra loro, che non si sono concretizzate. Viene spesso ricordato il precedente progetto riguardante la realizzazione della coltura idroponica: il fatto che questo, come altri progetti, non sia mai stato realizzato avrebbe indotto l’opinione pubblica a dubitare della serietà del piano industriale dell’azienda [...] Parte degli intervistati sostiene che vi sia il rischio che con la realizzazione dell’impianto di gassificazione la principale attività produttiva dell’azienda diventi lo smaltimento dei rifiuti [...] I principali sostenitori della realizzazione dell’impianto di gassificazione sembrano essere sostanzialmente le persone che lavorano all’interno dell’azienda, o persone legate in qualche modo alla sua produzione. La maggioranza degli intervistati sostiene che la popolazione locale è ampiamente contraria al progetto [...] I favorevoli al progetto, secondo quanto emerge dalle interviste effettuate, avrebbero fiducia nella proposta dell’azienda e sarebbero inclini ad accettare la tesi secondo cui l’impianto di gassificazione non produrrà inquinamento dell’ambiente circostante [...] I timori di cui gli intervistati parlano in relazione al progetto di realizzazione dell’impianto di gassificazione sono riconducibili ai seguenti ambiti: inquinamento e salute dei cittadini, turismo, agricoltura, produzione di cattivi odori, traffico stradale, controlli sul funzionamento dell’impianto, mercato immobiliare, commercio. Inquinamento e salute. La più ricorrente tra le preoccupazione esposte dalle persone intervistate, riguarda l’idea che l’impianto di gassificazione proposto dall’azienda non sia compatibile con il rispetto dell’ambiente. Il timore che si produca un maggior inquinamento e la dispersione nell’aria di sostanze nocive per la salute dei cittadini è molto diffusa [5]. Dalle interviste emergono altre preoccupazioni sul turismo, sull’agricoltura, sul commercio, sul traffico, il mercato immobiliare e i cattivi odori [6].

“Il principale aspetto positivo, riscontrato dalla maggior pare degli intervistati, emerso dalla situazione che si è venuta a creare intorno al progetto [...] risiederebbe nella grande mobilitazione della cittadinanza. La partecipazione e l’adesione alle occasione di confronto, alle manifestazioni pubbliche e alle iniziative promosse soprattutto dal comitato Insieme per la Libellula sarebbero un importante indicatore di come la comunità locale abbia reagito in maniera attiva [...] 

Secondo le percezioni di alcuni attori intervistati, la proposta sarebbe “funzionale alla creazione di un nuovo core business aziendale (smaltire i rifiuti, piuttosto che ridurre i costi dell’approvvigionamento dell’energia elettrica necessaria alla lavorazione dei metalli). In linea con questa opinione c’è chi sostiene che il progetto avrebbe l’appoggio di alcuni settori delle istituzioni e del mondo economico intenzionate a risolvere il problema dello smaltimento degli scarti di produzione delle cartiere [...] Un secondo aspetto, abbastanza ricorrente nelle interviste condotte, riguarda l’ipotesi che dietro il progetto dell’impianto di gassificazione non vi sia una reale volontà di KME di rilanciare lo stabilimento. Secondo questa visione, l’azienda avrebbe ipotizzato la realizzazione di un impianto, giudicato dagli stessi intervistati difficilmente realizzabile (a fronte della conformazione della Valle, delle varie autorizzazioni e soprattutto per l’evidente opposizione nella popolazione che esso avrebbe scatenato) per facilitare un eventuale disimpegno del gruppo industriale nei confronti dello stabilimento di Fornaci di Barga [...] Questa ipotesi viene anche connessa al fatto che l’azienda non avrebbe coinvolto adeguatamente la popolazione locale [...] Infine, è necessario menzionare l’auspicio di alcuni degli intervistati che si possa aprire una nuova stagione nei rapporti tra l’azienda e la popolazione, incentrata su una maggiore collaborazione all’interno del processo decisionale. La speranza è che, prima di giungere a una decisione definitiva sul progetto di realizzazione dell’impianto di gassificazione, si crei un confronto dove tutte le posizioni, anche quelle della popolazione, possano essere vagliate”. [7]

Organizzazione, supporto e finanziamento

Comitato Insieme per la Libellula. Il Gruppo ambientale La Libellula, da anni impegnato sui temi ambientali nella Valle del Serchio, in occasione del progetto KME formalizza la propria natura giuridica in una organizzazione di base che si occupa di iniziative civiche, comunicazioni pubbliche, diffusione informazioni, petizioni, eventi di confronto e protesta nei confronti nel progetto del pirogassificatore KME. “Costituito il 9 gennaio 2019, con atto [...] registrato all’Agenzia delle Entrate di Castelnuovo Garfagnana [...] allo scopo di raccogliere fondi e conferire incarichi e relative retribuzioni a esperti e consulenti tecnici, affinché analizzino il progetto di KME e, in accordo col comitato, pongano in essere tutte le osservazioni e le azioni che siano utili a contrastare e contestare il progetto stesso. [8] Lo stesso sottoporrà, in collaborazione con il Comune di Barga, il progetto di partecipazione all’Autorità per la partecipazione della Regione Toscana al fine di ottenerne sostegno e finanziamento. 

Comune di Barga è l’autorità territoriale in cui è localizzato il progetto e si svolge il processo partecipativo. Ha collaborato al progetto, presentato dal Comitato Insieme per la Libellula e presentato all’Autorità per la partecipazione della Regione Toscana. E’ autorità chiamata in causa nel procedimento autorizzativo per esprimere un proprio parere in sede di Conferenza dei servizi assieme ad altri enti tra cui la Regione. 

Regione Toscana, Assessorato Ambiente e relativi uffici. Sovrintende il procedimento di autorizzazione ambientale ed è il referente politico principale, se non unico, che sostiene il progetto, nelle comunicativa pubblica del proprio presidente Enrico Rossi. 

Regione Toscana - Consiglio Regionale è l’organo di governance che sovrintende (legiferando), finanzia, designa i 3 componenti dell’Autorità Regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione (APP). 

Autorità Regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione (APP), costituita con la legge regionale 46/2013, ha il compito di promuovere la partecipazione dei cittadini nei processi di costruzione delle politiche regionali e locali. indice bandi pubblici periodici per sostenere processi partecipativi nel territorio regionale. In questo caso ha assegnato 16.000 euro lordi per l’organizzazione complessiva del processo. 

Matteo Garzella è un consulente, con formazione in storia contemporanea, esperto in organizzazione e conduzione di processi partecipativi e di rendicontazione sociale. Ha maturato anche un’esperienza politica e istituzionale come Presidente del Consiglio Comunale di Lucca, dove vive e ha sede la sua attività. Non è indicata la remunerazione ottenuta dal processo. 

Reclutamento e selezione dei partecipanti

Comitato di garanzia è stato formato su proposta del conduttore, in accordo con i promotori. Compongono il comitato: un rappresentante del Comitato Insieme per la Libellula (Maria Elena Bertoli, insegnante), il parroco di Fornaci di Barga (Giovanni Cartoni), un avvocato libero professionista (Silvia Giannini), un rappresentante del Comune di Barga (Elisa Nardi, responsabile ai servizi alla persona del Comune). Avrebbe dovuto essere presente, perché invitato, un rappresentante dell’azienda KME; mai nominato dall’azienda, é risultato sempre assente dall’inizio del percorso. Le 5 riunioni dal 17/4/19 al 14/10/19 sono sempre state coordinate e condotte da Matteo Garzella. 

Assemblea di presentazione. Primo incontro pubblico di presentazione del percorso, tenuto il 6/5/19, presso la Sala 1° Maggio (Ex-scuole elementari, Fornaci di Barga). Erano presenti e sono stati presentati al pubblico i 4 componenti del Comitato di garanzia. Dalle immagini presenti nella sintesi sul processo si stimano circa 70 presenze nel pubblico. Non sono dati altri ospiti particolari. Della pubblicizzazione dell’evento risulta una locandina di invito alla cittadinanza. La comunicazione è stata divulgata anche dal Comitato La Libellula.

Interviste in profondità. Ogni componente del Comitato di garanzia ha fornito 3 nomi di “osservatori privilegiati”, ossia persone rappresentative della comunità particolarmente informate, attente o attive sul caso in questione. Con la metodologia detta “a palla di neve” successivamente ogni intervistato ha fornito ulteriori contatti, raggiungendo così il numero di 23 interviste. Esse sono state effettuate dal 21/5 al 2/7/19 dal conduttore Matteo Garzella, dopo aver contattato 28 persone, riscontrando 3 dinieghi e 2 irreperibilità. [9] Tra gli intervistati sono presenti rappresentanti di comitati, associazioni, istituti scolastici, istituti culturali, piccole imprese locali, sindacati e RSU (rappresentanze sindacali aziendali), ma nessun rappresentante della direzione dell’azienda KME, né di partiti politici. [10]

Assemblea intermedia. Presso l’aula magna dell’ISI di Barga il 18/9/19 alle 21, sono intervenuti - oltre al conduttore - con relazioni programmate: il sindaco di Barga, Caterina Campani e il presidente del Consiglio Regionale, Eugenio Giani. Viene rilevata inoltre l’intervento di una rappresentante del Comitato Insieme per la Libellula, Paola Ginestri, erano presenti i membri del Comitato di garanzia, e dalle foto si stimano circa 60 persone. Della pubblicizzazione dell’incontro è disponibile soltanto la locandina.

World Café. Sono stati organizzati 3 incontri con il metodo Woca il 16, 23, 30 ottobre 2019, dalle 18 alle 22, presso l’aula magna dell’ISI di Barga. In accordo con il Comitato di garanzia, 70 partecipanti sono stati selezionati tramite un campionamento casuale stratificato, rappresentativo per classi d’età, sui residenti nel Comune di Barga. 10 partecipanti sono stati individuati dal Comitato Insieme per la Libellula, tra i sottoscrittori della petizione consegnata alla Regione il 29/1/19, selezionandoli secondo il criterio della provenienza territoriale, in base alla residenza nei comuni della valle, dando la possibilità di partecipare anche a persone che non risiedono nel Comune di Barga. All’azienda KME e all’RSU aziendale sono state invitate ad individuare altri 10 partecipanti, scelti tra i dipendenti, ma “non hanno dato seguito a questa possibilità” [11]. I partecipanti sono stati accolti da uno staff, dalle foto si presume di circa una decina di persone, probabilmente volontari della zona, ma non viene indicato come è stato selezionato. Erano inoltre presenti i membri del Comitato di Garanzia, il sindaco e altri funzionari dell’amministrazione come osservatori [12]. Per ogni sessione di lavoro era previsto l’intervento introduttivo di un esperto selezionato in accordo con il Comitato di garanzia e invitato. Si è potuta constatare la presenza di 9 esperti. Oltre all’intervento introduttivo veniva interpellati dai tavoli nelle sessioni informali o nelle fasi conclusive per chiarimenti. Il moderatore presenziava, introduceva i temi e dava la parola. Infine, gli incontri erano aperti al pubblico, nel senso che chiunque poteva presenziare come osservatore alle discussioni in sedie riservate, senza poter intervenire in alcun modo. 

Questionario di valutazione. Al termine del Woca è stato chiesto ai partecipanti di compilare il questionario di valutazione predisposto e richiesto dall’Autorità regionale di cui però non è dato il numero assoluto.

Seduta del Consiglio Comunale aperta. Il 12/12/19 le raccomandazioni emerse dal processo sono state presentate al Consiglio Comunale da Matteo Garzella. Oltre ai consiglieri, il sindaco e la Giunta, erano presenti alcuni cittadini che avevano partecipato al processo. Dalle foto si stima un numero di una ventina di persone. [13]

Metodi e strumenti utilizzati

Comitato di garanzia. Il Comitato di garanzia non previsto dalla legge ma suggerito dalla Autorità Regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione (APP), svolge un ruolo analogo al Tavolo di negoziazione (TdN) previsto dalla legge 15/2018 dell’Emilia-Romagna. In questo caso ad esso erano assegnati i seguenti ruoli: 

● supervisionare le varie fasi di realizzazione del processo partecipativo;

● verificare l’imparzialità nella conduzione del processo;

● analizzare preventivamente ogni materiale informativo che verrà distribuito ai partecipanti e alla cittadinanza;

● gestire in via esclusiva la comunicazione esterna del processo durante tutto il periodo del suo svolgimento (rapporti con gli organi di stampa);

● monitorare il processo partecipativo, individuando eventuali criticità riscontrate in corso d’opera e prendere decisioni per il loro superamento;

● partecipare alla presentazione pubblica del processo partecipativo (fase A del processo – Attività preparatorie) e a tutti gli eventi pubblici che verranno organizzati sul territorio;

● individuare la prima lista di stakeholder da intervistare (fase B – Outreach);

● prendere decisioni in merito all’organizzazione dei World Café (fase C – Deliberazione).

La principale differenza con il TdN dell’Emilia-Romagna è nelle modalità di composizione, più arbitrarie in questo caso, si fa riferimento a figure simboliche della comunità e alla presunta imparzialità, come in questo caso il parroco, mentre nel TdN si fa maggiore riferimento agli aspetti negoziali, al confronto tra attori con capacità negoziale e al raggiungimento di un accordo preliminare sul percorso del processo. Da notare che in questo caso infatti, uno degli attori determinanti la questione in essere, l’azienda KME, non ha nominato un proprio rappresentante preferendo defezionare. Come si vedrà, Garzella ha scritto via e-mail all’azienda ma non sembrano essere state messe in campo altre leve istituzionali, comunicazioni pubbliche, per sollecitare o incentivare l’azienda a collaborare.

Interviste in profondità. Classico strumento di indagine sociale, punta sugli aspetti qualitativi delle informazioni e lascia maggiore spazio alla libera interpretazione dell’intervistato. In questo caso il colloquio era semi-strutturato, con alcuni temi speficici che andavano affrontati. Le interviste vengono trascritte e organizzate per temi, in modo tale da essere presentate in forma aggregata e ragionata. 

Tipologie di campionamento. In questo caso, non avviene spesso, sono stati utilizzati delle specifiche tecniche per selezionare i partecipanti ad una determinata rilevazione o evento. Il metodo di reclutamento “a palla di neve” è molto comune nelle indagini di sfondo, preliminari, quando ancora ci si deve fare un'idea un po’ meno generica del contesto e della situazione da studiare. Si parte dai contatti che si hanno inizialmente, di solito i committenti, o i membri della comunità più evidenti (cariche istituzionali, esponenti di associazioni, parroci, commercianti) per poi ottenere altri nominativi da quelli con cui si è entrati in contatto, incrementando così il campione seguendo il dipanarsi di reti relazionali differenti.

Il campionamento casuale stratificato, è un campionamento casuale, elaborato statisticamente sulla base di variabili decise dall’utente (classi di età), tramite programmi appositi e avendo a disposizione una banca dati (p.e. una anagrafica comunale, come in questo caso). Conoscendo la distribuzione per classi di età (il numero di classi di età viene stabilito dall’utente) della popolazione, come in questo caso, si cerca di ottenere un campione casuale ma con una percentuale di individui con età analoga a quella della popolazione.

Il campionamento con nomina diretta assegnata agli attori. E’ una modalità poco diffusa ma che offre molti vantaggi. Si tratta di chiedere agli attori stessi maggiormente coinvolti sulla questione, di nominare direttamente un certo numero di partecipanti ad una rilevazione, ad una votazione ad un evento deliberativo. Può essere richiesto agli attori di rispettare determinati criteri rappresentativi o di equivalenza (p.e. come la rappresentatività o la parità demografica, geografica o di genere); inclusivi (p.e. l’individuazione di un certo numero di soggetti con handicap o con differente status civile o di cittadinanza); esclusivi (p.e. l’esclusione di membri o affiliati dell’attore stesso, come i militanti o i dirigenti del proprio partito o i dipendenti/dirigenti dell’azienda stessa, tutti coloro che hanno (o non hanno) già espresso pareri netti, ecc…). I criteri possono essere tra i più svariati; è importante che non siano determinati da scelte arbitrarie, ma ragionate e negoziate con gli attori maggiormente coinvolti sulla questione (p.e. come in questo nel Comitato di garanzia o in un TdN). Il vantaggio è che il campione non può essere giudicato come non rappresentativo e risultato di un caso sfortunato oppure manipolato dagli organizzatori; oltre ad essere generalmente meno costoso in termini di strumenti di calcolo, che richiedono sovente personale specializzato, e in termini di tempi organizzativi, visto che richiede agli attori stessi di collaborare e di farsi carico anche del reclutamento di un certo numero di partecipanti. 

World Café.  Il WoCa è un metodo interattivo di conversazione che è stato adottato da grandi aziende, governi e comunità in tutto il mondo per animare reti di dialogo collaborativo. I WoCa si basano sul principio che le persone hanno già la saggezza e la creatività necessarie per affrontare le sfide più difficili e possono apprendere molto dalle conversazioni spontanee con persone esterne alla propria organizzazione o ai gruppi che sono abituati a frequentare. Perciò nella modalità di discussione si formano dei tavoli di di 4-8 persone. Finita la prima discussione su una domanda posta dall'organizzatore dell'evento, un testimone (o table-host o “oste”) del tavolo rimane fermo mentre gli altri si recano in tavoli diversi. Il testimone registra le idee espresse e le comunica a nuovi ospiti oppure al facilitatore della plenaria prima che inizi la successiva discussione. E così via fino all'esaurimento delle domande. In questo caso le discussioni erano introdotte dal moderatore e da una relazione programmata di un esperto, inoltre durante le discussioni nei tavoli gli esperti potevano essere richiamati e interpellati in presenza del moderatore e di un membro del Comitato di garanzia. 

Questionario di valutazione. Previsto e predisposto dall’APP e da somministrare alla fine di ogni processo partecipativo da essa sostenuto, è un questionario con una decina di domande che intende rilevare i giudizi del partecipante su alcuni criteri di qualità come l’imparzialità del conduttore, l’apprendimento di conoscenze, l’effetto sulle proprie convinzioni/posizioni iniziali, la soddisfazione generale sull’organizzazione del percorso, la futura propensione a partecipare. 

Cosa è successo: processo, interazione e partecipazione

Nella fase di preparazione il conduttore è stato coinvolto dal Comitato Insieme per la Libellula nella progettazione e nella redazione della domanda presentata all’APP il 31/1/19 per ottenere il sostegno e il finanziamento. 

Il 15/3/19, con l’approvazione del progetto e ottenuto il finanziamento di 16.000 euro si è costituito il Comitato di Garanzia, la cui prima seduta si è tenuta il 17/4/19. In tale occasione sono stati spiegati i ruoli, il percorso complessivo senza definire la fase finale del WoCa, ma soltanto la fase outreach con le interviste in profondità ad osservatori privilegiati sulla questione. Inoltre viene organizzata la presentazione pubblica del percorso.

Il 6/5/19 viene presentato al pubblico il percorso, in un incontro presso una sala dell’ex-scuola elementari di Fornaci di Barga. L’incontro sarà presentato dal rappresentante del Comitato La Libellula in qualità di presentatore e responsabile della gestione dei contributi regionali per il processo, segue l’intervento del conduttore che illustra il percorso generale e dei membri del Comitato di garanzia. Non sono dati gli interventi dal pubblico. 

Dalle interviste effettuate dal 21/5 al 2/7 emerge la descrizione del contesto di sfondo (vedi sopra) e i temi da sottoporre agli incontri pubblici che si terranno in ottobre con il WoCa. Questo proposito è stato affrontato nella seduta del Comitato di garanzia del 18/7, in cui si concorda che il report delle interviste verrà presentato al pubblico e al sindaco. Inoltre si iniziano ad organizzare gli appuntamenti deliberativi con Woca, le date e le modalità di reclutamento. Dopo aver valutato le opzioni dell’accesso aperto a tutti e del campionamento si è optato per il campionamento casuale stratificato per 70 partecipanti e la nomina diretta di 10 partecipanti da parte del Comitato La Libellula tra i sottoscrittori della petizione e 10 da parte dell’azienda KME tra i suoi dipendenti. 

Nel frattempo Garzella continua a cercare un contatto con l’azienda, inviando il materiale prodotto e invitandoli a presenziare al Comitato di garanzia senza successo. 

Nella terza seduta del Comitato di garanzia, oltre a definire le modalità di reclutamento per il WoCa, Garzella e il rappresentante del Comitato La Libellula si incaricano di individuare 2 esperti ciascuno, con posizioni diverse, per ogni tema da affrontare nel percorso. I temi individuati, emersi dalle interviste, che saranno oggetto di discussione nei tavoli dei tre appuntamenti con il metodo del WoCa sono [14]: 

1 - Salute e ambiente, il 16/10.

2 - Sviluppo economico della Valle, il 23/10.

3 - Occupazione e comunità locale, il 30/10.

Si stabilisce inoltre che saranno presenti i seguenti servizi per sostenere le pari opportunità di accesso al processo partecipativo:

  • orario dalle 18 alle 22
  • servizio di ristorazione per i partecipanti (nella pausa di 45 minuti, a metà incontro)
  • servizio di baby-sitting per chi ne fa richiesta
  • servizio di trasporto per chi ne fa richiesta

Si stabiliscono anche dei criteri di esclusione dei partecipanti: Non potrà partecipare chiunque ricopra incarichi di natura politica sul territorio nazionale, in assemblee elettive o in organi di governo, in qualsiasi ente autonomo riconosciuto dalla Costituzione Italiana (comuni, province, regioni) oltre che dello Stato e degli altri enti locali previsti dal Testo Unico degli Enti Locali (Dlgs. 267/2000). Inoltre, per quanto riguarda i cittadini estratti dalle liste anagrafiche, sarà consentita la partecipazione di solo una persona per nucleo familiare. [15]

Dell’assemblea intermedia (del 18/9), finalizzata soprattutto ad informare sullo stato di avanzamento del percorso, e sui prossimi appuntamenti, non ci sono resoconti ma soltanto le slide utilizzate dal coordinatore. Ad inizio incontro sono intervenuti, come previsto, il Sindaco e il Presidente del Consiglio Regionale, incoraggiando e appoggiando l’iniziativa. 

Nella quinta seduta del Comitato di garanzia, emerge chiaramente che l’intenzione degli organi aziendali è quella di non collaborare, facendo sì che i posti disponibili per i partecipanti al Woca che avrebbero dovuto essere selezionati da essi rimanessero vacanti. Perciò Garzella sottopone al Comitato di garanzia la questione se è il caso di accettare comunque i partecipanti selezionati dalla Libellula. A parte il voto contrario di Silvia Nardi, gli altri membri del Comitato di garanzia si esprimono a favore, tuttavia nel verbale non sono riportate le motivazioni a sostegno del voto. [16] Dunque al Woca ci saranno 70 partecipanti selezionati dall’anagrafe e 10 selezionati dal Comitato La Libellula. 

Dai 3 Woca (del 16, 23, 30 ottobre) sono emerse le raccomandazioni per i decisori che il coordinatore ha esposto secondo il principio della ricorrenza, riportando i numero di partecipanti che sostengono la posizione menzionata rispetto al numero totale dei presenti allo specifico tavolo. 

Come esempio si riportano i risultati delle prime due sessioni, da cui si deduce anche l’articolazione delle interazioni nei paragrafi metodo e reclutamento. [17]

Prima sessione: Illustrazione tecnica dell’impianto di gassificazione

Relatori: Dott. Antonio Moroni, professionista nel settore «ricerca e sviluppo» in USA.

Quesito per i partecipanti: Quali opportunità e quali minacce intravedete nella realizzazione dell’impianto di gassificazione?

Raccomandazioni dei partecipanti emerse dalle discussioni nei tavoli, trascritte dall’host nel post-it e riportate in bacheca, dopodiché ri-trascritte in formato elettronico dai volontari dello staff.

Le opportunità nella realizzazione dell’impianto di gassificazione sono:

Sintesi delle indicazioni maggiormente frequenti.

Mantenimento dei livelli occupazionali dell’azienda (5/16).

Guadagno per l’azienda (4/16).

Risoluzione del problema dello smaltimento dei rifiuti del settore cartario

(2/16).

Le minacce nella realizzazione dell’impianto di gassificazione sono:

Sintesi delle indicazioni maggiormente frequenti.

Danni per la salute dei cittadini (9/16).

Aumento dell’inquinamento (6/16).

Danno per il settore turistico (5/16).

Aumento del traffico veicolare e del traffico pesante (3/16).

Svalutazione del valore delle case (3/16).

Perdita di posti di lavoro nel settore dell’agricoltura (3/16).

Danno per le attività commerciali (2/16).

Incertezza sul funzionamento dell’impianto (2/16).

Seconda sessione: Correlazione tra inquinamento e patologie cardiovascolari e renali

Relatori: dott.ssa Maria Angela Vigotti, Già Università di Pisa.

Quesito per i partecipanti: Secondo voi, può il progetto KME avere effetti sulla situazione attuale dal punto di vista sanitario e ambientale?

Raccomandazioni dei partecipanti

Sintesi delle indicazioni maggiormente frequenti:

Sì, se il progetto KME verrà realizzato, sono prevedibili effetti negativi per la salute pubblica e per l’ambiente (14/16).

Altre indicazioni emerse:

Gli effetti prodotti sarebbero quelli correlati a un’attività industriale comunque

già esistente (1/16).

Alla organizzazione del WoCa hanno partecipato dei volontari, probabilmente funzionari comunali, di cui però non sono state rilevate precisazioni, numero, modalità di reclutamento e formazione. 

La raccolta delle raccomandazioni finali è stata inviata in forma di documento ai decisori: Regione Toscana, Azienda KME, Comune di Barga, e il 12/12/19 sono state presentate da Garzella, durante una seduta aperta del Consiglio Comunale, in presenza anche di una ventina di cittadini. In tale occasione, oltre all’illustrazione di tutto il percorso, sono stati anche presentati i risultati del questionario di valutazione del processo somministrato ai partecipanti ai WoCa. I risultati riportano per ogni domanda risultati più che soddisfacenti: gli obiettivi erano chiari, le informazioni e i chiarimenti erano adeguati, il clima era positivo per la stragrande maggioranza. La neutralità della conduzione è stata rispettata così come la possibilità di esprimere il proprio pensiero, per quasi tutti i rispondenti. Da notare che il 28% ha risposto che la propria opinione è “sì” cambiata “a seguito del processo partecipativo” e per il 12% è cambiata “in parte”. Quasi tutti esprimono la propria disponibilità a partecipare nuovamente ad un processo di tipo simile. [18]

I consiglieri comunali sono intervenuti chiedendo precisazioni e commentando il processo e le raccomandazioni elaborate dai cittadini. Terminata la discussione, il Consiglio comunale ha adottato all'unanimità i risultati del processo, facendo proprie le raccomandazioni dei cittadini. [19] Non sono dati i riferimenti ai relativi documenti amministrativi.

Influenza, risultati ed effetti

Il processo ha fatto sì che le posizioni pubbliche emerse in due anni di confronto e protesta si rafforzassero e si formalizzassero in un confronto organizzato sfociato in una delibera del Consiglio Comunale. La Regione tuttavia non ha recepito, come si poteva prevedere, perché il procedimento di VIA era già avviato senza essere collegato al processo, così come non risulta abbia recepito l’azienda, che non ha mai collaborato e non ha nemmeno dato un segnale di risposta, un riscontro agli inviti e agli aggiornamenti che il conduttore gli inviava. Tale atteggiamento avverso e non collaborativo potrebbe essere meglio indagato perché non risultano comunicazioni dell’azienda in merito. Si potrebbe meglio indagare se sono stati utilizzati i canali della stampa o altri canali mediatici e comunque se e come le autorità politiche, i comitati avversi al progetto e in generale il pubblico, hanno reagito a tale comportamento. In generale chi rifiuta il dialogo e non partecipa si espone a critiche e discredito di non adeguatezza rispetto ai valori democratici - di cui la partecipazione politica non è solo un diritto ma anche un dovere del cittadino - sanciti dalla Costituzione Italiana e dal senso comune. Bisognerebbe vedere se essi hanno avuto e comunicato in modo corretto le proprie giustificazioni e in caso contrario se qualcuno glielo ha fatto notare. 

Analisi e lezioni apprese

La trasparenza del processo è carente sotto l’aspetto procedimentale. Oltre a mancare dei riferimenti agli atti amministrativi del procedimento di VIA, manca un riferimento al progetto concreto del gassificatore, e il valore dell’opera. Probabilmente non superava i 50 milioni di euro, ragion per cui il Dibattito pubblico sulle grandi opere non era obbligatorio e il caso non è stato ritenuto così rilevante dall’APP per avviarlo comunque. 

Nel complesso però, quanto è stato fatto dal processo è dato, anche se manca la remunerazione spettante al conduttore, resoconti più dettagliati sulle assemblee pubbliche, in particolare quella intermedia e le modalità di reclutamento dello staff degli incontri Woca. Un altro dato utile poteva essere la percentuale di dinieghi dei cittadini sorteggiati e invitati al Woca. La pubblicizzazione è poco riportata, forse è rimasta ristretta al contesto piccolo, ma la strategia adottata del campionamento con il verdetto di un mini-pubblico, ne fà un tipico caso deliberativo lontano dai riflettori e dall’immediatezza mediatica, ma con maggiori effetti a medio e lungo termine, anche grazie all’archiviazione web, offerta dalla piattaforma di Open Toscana (creata dall’APP Toscana) che mette a disposizione del pubblico i risultati e le raccomandazioni a tempo indeterminato. Il processo tuttavia ha sofferto della defezione dell’azienda al completo (direzione e sindacati) per una presunta mancata - o fallita - gestione, almeno così si deduce dai resoconti disponibili sul processo, di una fase negoziale iniziale con gli attori chiave. Questo porta ad una obbligata parzialità del processo. In questi casi le autorità politiche che dovrebbero tutelare la Costituzione e gli investimenti pubblici e occuparsi di chiedere una rendicontazione sociale alle imprese che hanno un impatto sul territorio, dovrebbero anche sollecitarle pubblicamente a rispondere agli appelli e agli inviti fornendo le proprie obiezioni sia di metodo che di contenuto. Avviene spesso che le grandi imprese, spesso di capitale straniero, defezionino i processi. Non avviene quasi mai che le loro direzioni vengano richiamate alla responsabilità sociale dalle autorità, ciò è ancora un optional volontario, una concessione amichevole. 

Comunque, la rappresentatività crescente del processo e la sua comunicazione hanno raggiunto un numero sufficiente di cittadini e un numero significativo di temi e posizioni, tali da fornire il supporto più democratico a disposizione della decisione politica in oggetto e a far sì che comunque i cittadini che hanno partecipato si assumessero pienamente la responsabilità delle conseguenze della decisione sul futuro del territorio e delle attività che si sviluppano al suo interno. 

Vedere anche

Riferimenti

[1] Wikipedia, Fornaci di Barga, https://it.wikipedia.org/wiki/Fornaci_di_Barga (ril. 13/8/20). 

[2] Boggi, T., Il consiglio comunale dice no all’inceneritore presso lo stabilimento KME di Fornaci di Barga, La Gazzetta del Serchio, 30/6/17, http://www.movimentolalibellula.com/2017/06/consiglio-comunale-dice-no-allinceneritore-presso-lo-stabilimento-kme-fornaci-barga/ (ril. 13/8/20). 

[3] Garzella, M., Report sugli esiti delle interviste in profondità, luglio 2019, p. 9, https://open.toscana.it/documents/1234669/0/Report+interviste+in+profondit%C3%A0.pdf/59e018cb-c855-4f7c-a5ff-841957cd75bb?t=1568901520771 (ril. 13/8/20).

[4] Ibidem, p. 9

[5] Ib., pp. 10:18.

[6] Ib., pp. 18:21.

[7] Ib., pp. 22:24.

[8] Comitato Insieme per la Libellula, Nasce il Comitato Insieme per la Libellula, 17/1/19, http://www.movimentolalibellula.com/2019/01/nasce-il-comitato-insieme-per-la-libellula/ (ril. 13/8/20). 

[9] Garzella, Report sugli esiti delle interviste, doc. cit., p. 3.

[10] Ibidem, p. 4.

[11] Garzella, M., Sintesi del processo partecipativo, dicembre 2019, p. 30, https://open.toscana.it/documents/1234669/0/Sintesi+del+processo+partecipativo.pdf/5932e48c-71af-079a-62ce-fcd219618100?t=1584717253237 (ril. 13/8/20).

[12] Ibidem, p. 35.

[13] Ib., p. 96.

[14] Garzella, M., Assemblea intermedia, 18/9/19, p. 29, https://open.toscana.it/documents/1234669/0/Slide+-+Assemblea+intermedia.pdf/8ce19e95-6f94-4e59-a833-00ce968d52ed?t=1568900658083 (ril. 13/8/20).

[15] Ibidem, p. 30.

[16] Garzella M., Verbale seduta del Comitato di Garanzia n. 5, del 14/10/19, https://open.toscana.it/documents/1234669/0/Comitato+di+Garanzia+-+verbale+n.5.pdf/627956fe-ced7-a963-fc01-801f78e7c7bd?t=1584717754452 (ril. 13/8/19). 

[17] Garzella, M., Raccomandazioni dei cittadini, novembre 2019, https://open.toscana.it/documents/1234669/0/Raccomandazioni+dei+cittadini.pdf/04dd2c88-f133-b01f-3f80-3ab8dbfced77?t=1584717679564 (ril. 13/8/20). 

[18] Garzella, M., Sintesi del processo, doc. cit., pp. 84:92.

[19] Ibidem, p. 97-98.

Collegamenti esterni

  1. Open Toscana, Tutti nella stessa Barga, https://open.toscana.it/web/tutti-nella-stessa-barga (ril. 13/8/20).

Note